La Svizzera deve quasi tutti i suoi successi in materia di lotta al jihadismo ai britannici, sottolinea Keller-Sutter.
BERNA / LONDRA - La responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), Karin Keller-Sutter, annuncia un accordo di cooperazione di polizia tra Berna e Londra. «Siamo attualmente in fase di negoziazione», dice in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung, in cui insiste anche sulla rilevanza della collaborazione in Europa.
«Sono fiduciosa che questa intesa possa presto essere conclusa. Non vogliamo che ci siano lacune nella sicurezza se la cooperazione (nello Spazio) Schengen finisse a causa della Brexit», spiega.
Il Regno Unito è un partner eccellente nella lotta contro il terrorismo, fa notare. Per quanto riguarda il jihadismo, Keller-Sutter afferma che la Svizzera deve quasi tutti i suoi successi ai britannici. «Dal primo agosto abbiamo un addetto di polizia a Londra», rivela.
Cooperazione europea fondamentale - Nell'intervista la consigliera federale del PLR insiste anche sull'importanza della cooperazione con le polizie di tutto il continente. In Europa oggi esistono già strumenti d'informazione comuni, come per i visti e le impronte digitali, «tuttavia, questi sistemi devono essere rielaborati in modo che tutti i risultati possano essere ottenuti con un'unica richiesta».
In questo modo la Svizzera sarebbe in grado d'identificare molto rapidamente persone con decine d'identità. «Oggi, questi individui possono passare inosservati quando entrano nel Paese».
Secondo Keller-Sutter, la Svizzera deve migliorare la cooperazione internazionale di polizia. Lavorare insieme rimane la chiave per combattere il crimine al fine di proteggere la popolazione, insiste. «La cooperazione transfrontaliera di polizia è la spina dorsale della sicurezza in Svizzera. Ogni giorno si contano 300'000 richieste nel Sistema informativo di Schengen e più di 20'000 risultati di ricerca all'anno».
Il sistema attuale continuerà a essere ulteriormente sviluppato. Ad esempio, per poter prevedere le potenziali vittime future. «Se un padre viene a prendere i figli dopo un divorzio e li porta oltre il confine, quasi nulla può fermarlo», deplora. D'ora in poi ci saranno categorie per i bambini che corrono questo rischio.