Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale. Non senza polemiche
BERNA - La Svizzera parteciperà agli aumenti di capitale del Gruppo della Banca mondiale (GBM) e della Banca africana di sviluppo (AfDB) sborsando 297 milioni di franchi. Imitando gli Stati, nel corso della seduta odierna il Consiglio nazionale ha accolto due progetti governativi.
Accettando il budget, il plenum ha dunque globalmente riconosciuto l'importanza delle istituzioni di finanziamento internazionali dal profilo della politica di sviluppo e della politica economica estera. Dal 1982 la Confederazione si impegna nell'AfDB e dal '92 nel GBM, ha ricordato il relatore di commissione Hans-Peter Portmann (PLR/ZH).
Così come i "senatori" a giugno, i membri del Nazionale hanno acconsentito a mettere da parte 2,76 miliardi di franchi. Di questo totale, verranno versati 297,4 milioni di dollari, investimento che sarà iscritto nel bilancio della Confederazione. La somma restante servirà come capitale di garanzia e riserve monetarie. I pagamenti saranno spalmati su otto anni, dal 2021 al 2028.
Tra le tanti voci favorevoli, qualche protesta si è levata dal campo dell'UDC, che ha proposto senza fortuna di non entrare in materia sull'oggetto. Berna non può permettersi spese del genere in un momento di crisi e pesante recessione come quello attuale, hanno picchiato i pugni i democentristi, stando ai quali i soldi andrebbero tenuti per le numerose categorie di lavoratori in difficoltà in Svizzera.
Lars Guggisberg (UDC/BE) non ha usato mezzi termini, parlando di «contributo a fondo perso» e di occasione sprecata «per mandare un chiaro segnale». Il suo collega di partito Franz Grüter (UDC/LU) ha messo l'accento sull'ambiguità di queste istituzioni, che «finiscono regolarmente nella bufera ad esempio per casi di corruzione».
Gli altri schieramenti hanno però fatto fronte comune, sottolineando chi più chi meno come si tratti di organismi fondamentali per molte zone del mondo. «Senza queste banche per i Paesi più poveri sarebbe impossibile sopravvivere, men che meno in periodo di pandemia», ha riassunto Fabian Molina (PS/ZH). Il consigliere federale Guy Parmelin ha messo in risalto tra le altre cose che attraverso gli investimenti la Svizzera «si assicura un ruolo di leader nei gruppi di voto» in seno ad entrambe le istituzioni.
Nel corso della discussione, alcune minoranze hanno provato a correggere quanto elaborato dall'esecutivo e avvallato dagli Stati. In particolare, una, difesa in aula da Jean-Pierre Grin (UDC/VD), chiedeva di compensare gli aumenti di capitale nel credito quadro previsto per la cooperazione allo sviluppo, ma non ha superato lo scoglio della votazione.
A causa di alcune divergenze di secondo piano da appianare - il Nazionale ha scelto di introdurre istruzioni esplicite rivolte all'esecutivo, obbligandolo ad esempio a pubblicare su Internet il proprio voto sui singoli progetti del GBM e dell'AfDB - il dossier tornerà agli Stati.