Perché se funziona in laboratorio non è detto che funzioni anche sull'uomo: «È sovrainterpretazione»
Il team di ricerca: «Così vogliamo motivare gli altri scienziati a seguire questa pista»
ZURIGO - Lo studio riguardante l'efficacia anti-covid dell'Echinaforce - che ha causato una corsa alle farmacie anche da noi - ha generato tanto scalpore da portare la stessa rivista che lo ha pubblicato (Virology) a riesaminarlo.
Fra le voci critiche quella, non trascurabile, che gli esami effettuati siano stati svolti esclusivamente in vitro e non su pazienti umani così come quella, altrettanto non trascurabile, che entrambi gli autori lavorino per il produttore dell'Echinaforce.
Così l'editore ha deciso di ritornare sui suoi passi: «Dopo la pubblicazione in molti ci hanno sottoposto perplessità e preoccupazioni», spiega la rivista a 20 Minuten, «lo studio in questione verrà revisionato dalla redazione. Prendiamo la cosa molto sul serio».
Lo studio verrà quindi stralciato? Poco probabile, anche perché la sua efficacia in laboratorio è effettivamente dimostrata: «Si tratta di uno studio in vitro, con risultati accurati. Quello che è stato parzialmente sovrainterpretato è la possibile efficacia sugli esseri umani».
Stando al laboratorio che ha svolto lo studio, «la parte conclusiva relativa all'uso sull'uomo vuole essere un modo per motivare gli altri scienziati a rivedere i risultati e a condurre ulteriori lavori di ricerca».