Critiche alla possibili misure anti covid: «Completamente sbagliate»
E c'è chi già teme per il periodo natalizio: «In quei giorni è in ballo un quarto del nostro fatturato»
BERNA - La possibile ulteriore stretta, con nuove misure anti-covid nelle località sciistiche, sta facendo tremare gli operatori del settore.
Se l'annuncio di Berset di giovedì (che assicurava l'apertura degli impianti nonostante la cancelliera tedesca Angela Merkel e altri capi di Stato dei paesi vicini ne abbiano chiesto la chiusura) era stata una boccata d'ossigeno per le stazioni sciistiche, quanto anticipato ieri dalla "SonntagsZeitung" ha fatto nuovamente scendere il gelo.
La domanda infatti è: Berset è stato davvero in grado di resistere alle pressioni dall'esterno? L'interrogativo è lecito se è vero che sarebbe pronto un drastico inasprimento delle norme contro il virus. Il "pacchetto" prevede di limitare il numero di sciatori per Natale e Capodanno, e non solo (vedi riquadro).
Le possibili misure
- Limitare la capacità degli impianti di risalita
- creare delle aree di attesa davanti alle funivie e alle sciovie
- chiudere ristoranti e baite alle 15
- i self-service non potranno essere in funzione
- forte limitazione delle presenze (2/3 della media degli ultimi 5 anni)
Cosa significherebbe per i comprensori sciistici se i cantoni approvassero queste misure? Diversi, interpellati da 20 Minuten, non vogliono commentare fino a quando la decisione non sarà definitiva. Tuttavia il responso sembra essere unanime; gli accorgimenti attualmente in essere sarebbero sufficienti e ulteriori inasprimenti potrebbero risultare fatali per molti impianti sciistici.
«Senza senso» - Valentin König, CEO del comprensorio Aletsch-Bahnen, ritiene che le limitazioni della capacità non abbiano molto senso. Tanto più in questo inverno, in cui la mancanza di ospiti stranieri significa già un calo sensibile di presenze per chi si occupa di sport invernali.
«Completamente sbagliate» - Il capo della Belalp-Bahnen, Urs Zenhäusern, non esita invece a parlare di misure «completamente sbagliate». Le aree sciistiche aperte dimostrerebbero semmai che gli impianti di risalita e le piste sono a prova di virus.
«In gioco un quarto del fatturato annuale» - Con l'inasprimento delle misure, inoltre, molti non sarebbero più in grado di sbarcare il lunario senza aiuti. «Tra Natale e Capodanno raggiungiamo il 25% delle nostre cifre annuali», afferma Zenhäusern.