L'associazione di categoria critica il modo di procedere «disordinato e poco credibile» del Consiglio federale.
«Anche perché - sottolinea il presidente Casimir Patzer - non vi sono prove di alcun tipo che i contagi si verifichino soprattutto nella ristorazione».
BERNA - La chiusura degli esercizi alle 19.00 rappresenta una morte lenta per molti. Non le manda a dire Gastrosuisse, furiosa nei confronti del Consiglio federale per le nuove misure anti-coronavirus annunciate oggi che vanno a colpire bar e ristoranti. Per l'associazione di categoria il governo così facendo soffoca il settore.
L'esecutivo non apprezza i grandi sforzi fatti per garantire la sicurezza, si è lamentato davanti ai media Casimir Platzer, presidente di Gastrosuisse. Dopo pochi giorni ha scavalcato i provvedimenti cantonali con un modo di procedere disordinato e poco credibile, «un completo caos fra esigenze cantonali e federali», ha proseguito senza mezzi termini.
Non vi sono prove di alcun tipo che i contagi si verifichino soprattutto nella ristorazione, ha tuonato ancora Platzer, che non ha lesinato critiche dirette ai vari consiglieri federali. Il ministro della sanità Alain Berset non ha fatto i compiti tra la prima e la seconda ondata, mentre quello dell'economia Guy Parmelin, dopo aver preso buone decisioni all'inizio dell'epidemia, ora agisce solo in modo infelice, ha infatti aggiunto.
Considerando questo colpo basso, Gastrosuisse esige ora una compensazione finanziaria immediata. Stando al direttore Daniel Berner, occorrono tra i 600 e gli 800 milioni di franchi al mese a fondo perso e pure in fretta, prima che sia troppo tardi. Anche perché, ha ricordato, il settore ha visto volatilizzarsi già 30'000 posti di lavoro.