I vaccini antinfluenzali vanno adattati di volta in volta. Ma c'è fiducia verso la creazione di uno "universale"
Silke Stertz: «Se davvero i contagi dovessero rimanere a zero o quasi per tutta la stagione, sarà complicato scegliere la giusta composizione del futuro vaccino».
ZURIGO - Sviluppare un vaccino antinfluenzale efficace per il prossimo inverno rischia di essere particolarmente difficile. Questo perché, spiega l'esperta zurighese Silke Stertz, attualmente nessun ceppo di influenza è in circolazione.
Ora come ora, i virus influenzali sono praticamente inesistenti sia in Svizzera che all'estero. Se da un lato è vero che ciò potrebbe cambiare nelle prossime settimane, dall'altro, se davvero i contagi dovessero rimanere a zero o quasi per tutta la stagione, sarà complicato scegliere la giusta composizione del futuro vaccino, afferma Stertz a Keystone-ATS.
I virus dell'influenza sono infatti molto mutevoli. Vi sono diversi ceppi, tipi e sottotipi che ogni anno infettano la popolazione in inverno. I vaccini vanno dunque adattati di volta in volta, su raccomandazioni che arrivano con mesi e mesi di anticipo direttamente dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
«Gli specialisti dell'OMS, con la loro lunga esperienza, sceglieranno una composizione del vaccino che si basa sulle più recenti scoperte e che sarà quindi una valida opzione per la protezione», rassicura la virologa dell'Università di Zurigo. Malgrado ciò, la garanzia al 100% di essere al riparo dall'ammalarsi non esiste.
Aspettare che il virus sia in circolazione per poi analizzarlo non è un'opzione. Per evitare di dover produrre un vaccino nuovo ogni anno, la ricerca sta concentrando i propri sforzi nella realizzazione di uno universale, che proteggerebbe da molte varianti dell'influenza.
Recentemente, gli scienziati hanno pubblicato i risultati di una sperimentazione di Fase 1, che si sono rivelati incoraggianti. Tuttavia, bisognerà attendere alcuni anni prima che eventualmente questo prodotto faccia capolino sul mercato. «C'è però ragione di essere fiduciosi per il futuro», sottolinea Stertz.
Stando alla virologa, l'importanza di confezionare un vaccino efficace in vista della prossima stagione non va sottovalutata. Infatti, se in un primo momento le difese immunitarie dell'organismo di chi si è precedentemente ammalato possono combattere bene nuove infezioni, dopo tre-cinque anni i virus sono mutati a tal punto che la protezione fornita dagli anticorpi diventa insufficiente. Senza contromisure valide, il pericolo è che l'influenza fra un anno proliferi.
La speranza della virologa è però che la pandemia di coronavirus abbia sensibilizzato le persone e che ciò torni utile anche in futuro. Regole di base come una buona igiene delle mani non andranno quindi scordate a emergenza Covid finita.