Da un sondaggio condotto in Svizzera tedesca emerge che i ragazzi malati sono meno rispetto allo scorso anno.
BERNA - Il coronavirus non sta provocando un numero anomalo di assenze nelle scuole svizzere tedesche: al contrario, tendenzialmente i ragazzi malati sembrano essere meno. È quando emerge da un sondaggio lampo promosso presso 600 direttori scolastici dall'associazione di categoria VSLCH, che si oppone quindi a una chiusura degli istituti.
Il 48% degli interpellati stima che al momento vi siano meno bambini in malattia che nello stesso periodo dell'anno scorso, il 39% non vede grandi differenze, mentre solo il 13% ritiene che gli allievi indisposti siano in aumento, scrive VSLCH (Verband Schulleiterinnen und Schulleiter Schweiz) in un comunicato odierno.
L'organismo si sente così di sostenere la tesi promossa dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), secondo cui i bambini non devono essere considerati un motore della pandemia. Per questo motivo l'associazione dei presidi è contraria ad agire in modo precipitoso spostando le lezioni a casa, ma è pronta a seguire le indicazioni dei medici cantonali, se necessario adottando misure quali le quarantene individuali, la sospensione dell'attività di intere classi oppure, come provvedimento estremo, la chiusura di un edificio scolastico.
Secondo il presidente di VSLCH Thomas Minder (da non confondere con l'omonimo consigliere agli Stati sciaffusano, ndr.) non è corretto pensare di instaurare la scuola a distanza per ridurre la mobilità dei genitori e quindi il rischio di contagi.
«I bambini non devono essere strumentalizzati per limitare la mobilità dei loro genitori: a nostro avviso, la promozione del telelavoro è più efficace», afferma Minder, citato nel comunicato. Particolarmente importante sarà tenere d'occhio gli sviluppi delle mutazioni del virus. «Speriamo che la situazione attuale nelle scuole regga, grazie a buoni piani di protezione: ma alla fine sarà il virus a decidere», conclude l'esperto.