I super ricchi vogliono evitare turbolenze e sono alla ricerca di sicurezza e stabilità
ZURIGO - Agitazioni politiche, criminalità e conseguenze della crisi del coronavirus nonché incertezze nei loro Paesi d'origine spingono sempre più ricche famiglie in provenienza da tutto il mondo verso la Svizzera.
«Si tratta di una fuga verso la sicurezza», ha spiegato Alex Koch de Gooreynd dell'agenzia immobiliare Knight Frank. Accanto al tradizionale rifugio costituito dalla Confederazione i milionari ricercano anche la qualità di vita e la disponibilità delle autorità elvetiche, sebbene il denaro sporco sia diventato un tabù.
Tuttavia anche tra i nuovi flussi migratori le imposte svolgono un ruolo importante. I milionari, che nonostante la crisi hanno accumulato una vasta fortuna, temono di dover essere chiamati alla cassa nel loro Paese d'origine. In Svizzera per contro, grazie al basso indebitamento, aumenti delle tasse sono per il momento improbabili.
Un quarto dei patrimoni "offshore"
Quasi 2'500 miliardi di dollari di beni esteri sono custoditi in Svizzera. Con una quota di circa un quarto dei patrimoni "offshore" globali la Confederazione è sempre leader sul mercato mondiale, anche se prima della "crociata internazionale" contro il segreto bancario tale proporzione si situava quasi al 50%.
Gli afflussi e deflussi di denaro hanno seguito le ondate, ha spiegato Peppi Schnieper della società di consulenza Bain. Circa due anni fa è iniziato l'afflusso verso centri "offshore" come la Svizzera, tra le altre cose a causa delle turbolenze politiche quali la Brexit. Da circa nove mesi questa tendenza si è accelerata. Elemento chiave di tali afflussi sono state le tensioni geopolitiche e le possibili ripercussioni economiche della crisi del coronavirus.
«Poiché la Svizzera continua a essere considerata come un porto sicuro, anche una parte dei soldi viene tuttora trasferita qui», ha sottolineato Schnieper.
Attratti da regole alleggerite
Inoltre, il bilancio seppur mitigato della lotta contro il coronavirus non nuoce all'attrattiva della Svizzera, al contrario: poiché il Governo ha limitato la libertà di movimento meno drasticamente rispetto ad altri Paesi, ciò costituisce un vantaggio agli occhi dei milionari.
La Confederazione ha attuato un lockdown meno duro, ha spiegato Florian Dürselen, responsabile per l'Europa del gestore del fondo LGT Svizzera. Durante la seconda ondata della pandemia scuole e impianti sciistici sono infatti rimasti aperti. «Tali decisioni pragmatiche sono viste di buon occhio dai tedeschi, tra gli altri».
Oltre a ciò vi sono i tradizionali vantaggi della Confederazione, ossia un sistema politico stabile, un buon sistema sanitario e la sicurezza. «Uno dei miei clienti mi ha detto: 'in Svizzera mio figlio può prendere il bus per andare a scuola, nel nostro Paese d'origine questo non è possibile'», ha aggiunto Koch de Gooreynd.