Il Consiglio federale ha deciso di non replicare alle accuse sull'approvazione del divieto di burqa.
La risposta del Governo all'interpellanza di Lorenzo Quadri: «Non siamo stati sollecitati a fornire spiegazioni circa il risultato della votazione e non intendiamo esprimerci in merito».
BERNA - Il Consiglio federale non è stato sollecitato da parte dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani (OHCHR) a fornire spiegazioni circa il risultato della votazione del 7 marzo sul divieto del burqa e niqab e non intende esprimersi in merito.
È la stringata risposta del Consiglio federale a una domanda di Lorenzo Quadri, in cui il consigliere nazionale leghista deplorava l' «arrogante» intromissione nella democrazia elvetica dell'Alto commissariato in merito alla votazione popolare sul divieto di dissimulazione del volto.
L'Alto commissariato - secondo l'interpretazione fattane da Quadri - «non ha capito che il velo integrale non risponde ad alcun precetto religioso ma è un attributo dell'Islam politico, che è incompatibile con i diritti umani». Quadri aveva poi domandato se il governo intendesse replicare alle «stolte» dichiarazioni dell'OHCHR difendendo nel contempo le decisioni prese dal popolo elvetico.
Nella sua risposta, il governo dichiara di aver preso atto «delle dichiarazioni fatte dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in seguito al risultato della votazione federale», ricordando che l'Alto commissariato è parte del Segretariato delle Nazioni Unite e gode d'indipendenza nei confronti degli Stati membri. Il suo compito è di promuovere e proteggere i diritti umani nel mondo.
Corrisponde «alla pratica di quell'ufficio di esprimersi liberamente su questioni legate ai diritti umani», a seguito di situazioni createsi a livello nazionale in qualsiasi Stato, aggiunge l'esecutivo, precisando che il «Consiglio federale non è stato sollecitato da parte dell'Alto Commissariato a fornire spiegazioni circa il risultato della votazione (...) e non intende esprimersi in merito».