Accolto positivamente dai lavoratori, lo smart-working avrebbe un risvolto della medaglia.
Alcuni lavoratori starebbero accusando sofferenza a livello psichico, sentendosi più stressati e soli.
ZURIGO - Quasi la metà dei Cantoni vuole abolire l'home office. Ad esempio, Zurigo, San Gallo, Basilea Campagna o Uri chiedono, prima della decisione di venerdì del Consiglio federale sui prossimi allentamenti, di revocare la misura voluta dal Governo. In considerazione degli annunciati test di massa, ritengono incomprensibile il sistema obbligatorio introdotto il 18 gennaio. Alcuni cantoni tirano in ballo persino presunti effetti deleteri sulla salute dei dipendenti.
Zurigo, ad esempio, ha identificato nell'obbligo di lavorare da casa un grave peso psicologico per i dipendenti. Anche il canton San Gallo si è chinato sulla questione della salute mentale. «Molte persone non stanno bene nel lavorare da casa. Sono sotto pressione familiare e accusano la mancanza di comunicazione con i propri colleghi di lavoro», afferma il consigliere di Stato che si occupa delle economie cantonali, Beat Tinner (PLR). Sarebbero molti i lavoratori che hanno espresso il desiderio di tornare in ufficio.
Secondo Tinner, la mancanza di benessere nello smart working si traduce, a volte, in una produttività che risente di una minor creatività ed efficienza. L'Associazione svizzera dei datori di lavoro è d'accordo: «Se lavori esclusivamente da casa per molto tempo, la mancanza di scambio con i colleghi può essere un peso», afferma il portavoce Fredy Greuter.
Single soli - Felix Wettstein, dei Verdi, sottolinea che lavorare da casa non ha solo benefici per la salute. Secondo lui, le persone single e i genitori di bambini piccoli, ad esempio, dovrebbero poter lavorare fuori casa almeno una volta alla settimana e adottare misure protettive per incontrare i colleghi. Inoltre, secondo Wettstein, sarebbe positivo se i dipendenti potessero essere subito testati in vista di un rientro.
«La psiche delle persone che vivono sole, e devono lavorare da sole tutto il giorno, risente in negativo la mancanza di contatti sociali», afferma Wettstein. Chi ha figli piccoli, invece, ha bisogno di staccarsi dall'ambiente familiare. «Quando il Consiglio federale ha deciso per l'home office, ha ignorato gli effetti psicologici e fisici di cui potrebbero soffrire alcuni gruppi di persone».
«Rischio che tutti si ammalino» - Altri cantoni, tuttavia, si attengono al requisito dell'home office. A causa della situazione attuale e dell'evoluzione della situazione epidemiologica, il Canton Argovia non chiede di allentare le misure relative al lavoro da casa. Lo stesso il canton Lucerna.
Per il consigliere nazionale Yvonne Feri (PS), un allentamento in questo senso arriverebbe nel momento sbagliato: «Se l'obbligo viene revocato, rischiamo che tutti tornino di nuovo in ufficio, con assembramenti sui mezzi pubblici e durante le code per ritirare il cibo d'asporto all'ora di pranzo». Questo potrebbe generare il famigerato effetto yo-yo nei contagi. Nonostante sia consapevole delle difficoltà nel gestire la situazione, Feri è convinto che sia necessario attendere ancora: «Dobbiamo resistere per poter riaprire in maniera definitiva».
Un recente Studio a lungo termine dell'Università di Costanza è giunto alla conclusione che l'home office può rallentare la pandemia. Tra i dipendenti i cui datori di lavoro offrono attività in loco si registra un tasso di infezione significativamente più elevato rispetto a quelli che invece lavorano prevalentemente da casa.
Lo studio
Secondo un sondaggio dell'istituto di ricerca GFS Berna, l'80% dei partecipanti è soddisfatto dello smart working. Circa l'87% ha affermato di poter sfruttare meglio il tempo risparmiato senza spostarsi. Il 61% ha trovato un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Tuttavia, il sondaggio mostra anche gli svantaggi del lavoro a casa. Il 64% degli intervistati ha avvertito una maggiore sensazione di essere soli. Il 71% non aveva contatti informali nel team di lavoro. Quasi la metà si è lamentata della scarsa ergonomia del lavoro. Gli studi dei paesi vicini traggono conclusioni simili. In Italia circa la metà degli intervistati ha ammesso di sentirsi più ansioso o stressato lavorando da casa. Circa il 20% ha riscontrato effetti negativi sulla salute mentale.