Nell'anno del Covid sono aumentati gli incidenti mortali. Pro Velo lancia l'allarme
«Più persone hanno scelto la bicicletta, ma servono infrastrutture migliori».
BERNA - In bicicletta per pedalare via dal Covid. Con la pandemia sono aumentati gli svizzeri che hanno scelto la "mobilità lenta". Ma per fuggire al rischio di contagio sono andati incontro ad altri rischi: i morti sulle strade sono aumentati.
Il dato è stato diffuso oggi dall'USTRA, assieme alla statistica annuale sugli incidenti. Nel 2020 sulle strade svizzere hanno perso la vita 29 ciclisti, 13 in più rispetto all’anno precedente. L'aumento si è concentrato soprattutto nelle zone urbane, dove si sono registrate 19 vittime (+10). Inoltre 5 persone sono state investite mortalmente su piste o corsie ciclabili e 2 sul marciapiede.
La fascia d'età in cui l’incremento è stato maggiore è quella dei 65–84enni, che, con 8 unità in più, sono passati a 14. I feriti gravi sono stati 934, rispetto al 2019 l'aumento è stato di 132 casi.
Numeri sorprendenti per Pro Velo, che si dice «molto preoccupata» dalla situazione. «Ogni incidente è di troppo» scrive l'associazione nel comunicato. «Le cause principali degli incidenti sono la disattenzione, la velocità eccessiva del traffico motorizzato, le infrastrutture carenti e l’inattenzione degli automobilisti e dei ciclisti».
Una delle ragioni principali dell'aumento del numero di incidenti, riconosce Pro Velo, «è certamente il numero più elevato di ciclisti sulle strade». Ma sono soprattutto l’assenza d’infrastrutture adatte e la velocità del traffico motorizzato a preoccupare l'associazione. «Le infrastrutture ciclabili – continua la nota - sono spesso troppo strette e questo può rivelarsi pericoloso quando i ciclisti si sorpassano a vicenda».
Il problema aumenta con il diffondersi delle e-bike. Pro Velo non nasconde che il fenomeno sia da tenere sotto osservazione. «I conducenti di bici elettriche devono essere consapevoli che la loro velocità è spesso sottovalutata dagli altri utenti della strada» sottolinea l'associazione.
La soluzione? Anzitutto, rafforzare la sensibilizzatione nelle scuole, e introdurre l'obbligo di un corso di guida per chi utilizza la bici elettrica. Inoltre, Pro Velo auspica maggiori controlli sulla disattenzione alla guida. «L'uso di dispositivi elettronici anche da parte dei ciclisti deve essere più severamente controllato e sanzionato» conclude l'associazione.