Il neuropatologo dell'Università di Zurigo Adriano Aguzzi critica l’approccio di Berna nel contenimento del virus.
BERNA/ROMA - L’Italia pandemica. Uno dei Paesi che ha subito maggiormente l’impatto del virus a livello mondiale. Un Governo tra i più criticati rispetto alle misure di contenimento imposte su scala nazionale e regionale. Con oltre 116mila vittime, il Belpaese è infatti, per numero di morti, secondo in Europa solo alla Gran Bretagna, che ad oggi registra il triste record di più di 127mila decessi. È quanto emerge dai dati raccolti dal Coronavirus Resource Center della John Hopkins University di Baltimora. Da inizio 2020 il numero di persone per milione di abitanti che hanno perso la vita perché affette da SARS-CoV-2 registrato in Italia è inoltre superiore di circa 800 unità rispetto a quello svizzero.
L’Italia, meglio della Svizzera - Dati oggettivi, che non hanno però impedito ad Adriano Aguzzi, direttore dell’Istituto di neuropatologia dell’Università di Zurigo, di dare alla gestione della pandemia italiana un giudizio più positivo rispetto a quella messa in atto da Berna. «La Svizzera ancora adesso è in una situazione molto drammatica, con un sacco di casi, e in realtà la gestione italiana è stata secondo me migliore di quella svizzera», ha affermato Aguzzi in un’intervista rilasciata domenica sera al programma di Rai3 Che tempo che fa. «Questo ci conforta» ha replicato ironicamente il conduttore Fabio Fazio.
Tracciare, tracciare, tracciare - Aguzzi, professore e ricercatore pluripremiato di origini italiane, ha poi sottolineato l’importanza del tracciamento del virus, citando come modello da seguire i test a tappeto implementati dal Canton Grigioni nelle scuole. In tutta risposta, il virologo italiano Roberto Burioni ha detto di invidiare la Svizzera, perché applicando queste misure «possono identificare i casi asintomatici». «Questo è il modo di tenere sotto controllo una popolazione, soprattutto quella giovane, che contrae la malattia in una forma asintomatica, ma che è in grado di contagiare portando il virus a casa», ha concluso Burioni.