Questa la posizione della CDS in merito ai passi da compiere per uscire dalla crisi sanitaria.
I continui cambiamenti, secondo la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, rendono più difficile il rispetto delle regole per la popolazione e i settori interessati
BERNA - Sostegno alle misure di alleggerimento annunciate oggi dal Consiglio federale, ma anche un appello a non andare troppo spediti con le riaperture.
È questa in sintesi la posizione della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS) in merito ai passi da compiere per uscire dalla crisi sanitaria.
I continui cambiamenti rendono più difficile il rispetto delle regole per la popolazione e i settori interessati, sostiene la CDS in una nota, aggiungendo che gli organizzatori di eventi, le scuole, i ristoratori, le istituzioni culturali, i club sportivi, ma anche i clienti e i partecipanti non possono adeguarsi ogni due o tre settimane.
In particolare, la CDS chiede meno tappe, ma più chiare. A suo avviso, in tutte le fasi dovrebbe essere concesso un periodo di tempo sufficientemente lungo per valutare la situazione, in modo da poter osservare gli effetti sul tasso di nuove infezioni. Le misure annunciate dovrebbero inoltre essere armonizzate tra le diverse regioni e facili da ricordare per la popolazione.
Per rispettare la parità di trattamento, dovrebbe essere garantito un certo grado di coordinamento tra i diversi settori di attività (sport, cultura, luogo di lavoro, trasporti pubblici, ecc.). Sarebbe per esempio incomprensibile per la popolazione se i grandi eventi fossero permessi già a giugno, mentre altre attività restassero soggette a severe restrizioni.
I cantoni si dicono infine fiduciosi che il certificato Covid possa essere disponibile entro un mese. Manterranno i ritmi di vaccinazione, a condizione di ricevere le dosi promesse.