A tu per tu col presidente della Confederazione, Guy Parmelin, sulle iniziative agrarie in votazione il 13 giugno
Il ministro dell'economia parla del rischio di perdere posti di lavoro in Svizzera e della necessità di aumentare le importazioni
BERNA - «Viviamo in paese in cui l'aspettativa di vita è più alta che in altre parti del mondo. Quello che mangiamo e beviamo è buono. Se notiamo qualcosa che non va, prendiamo i provvedimenti necessari». Così il presidente della Confederazione e ministro dell'economia, Guy Parmelin, che in un'intervista a 20 Minuten ha esposto la posizione del Consiglio federale sulle due iniziative agrarie in votazione il prossimo 13 giugno. Due iniziative che fondamentalmente mirano ad abolire l'impiego dei pesticidi in agricoltura. Quella “Per l'acqua potabile pulita” chiede di concedere gli aiuti diretti soltanto a chi rinuncia all'utilizzo di pesticidi. Mentre l'iniziativa “Per una Svizzera senza pesticidi” punta a un divieto assoluto, anche per i prodotti importati.
«Naturalmente i contadini vorrebbero evitare d'impiegare pesticidi» afferma Parmelin. Ma questo non è sempre possibile. In particolare in un anno piovoso come quello attuale il loro utilizzo è necessario, per esempio nella viticoltura. Una rinuncia causerebbe danni sia alla coltivazione di ortaggi che di frutta.
Con un divieto di pesticidi, si parla anche della necessità di aumentare le importazioni. Importazioni che avvengono già ora, in quanto in Svizzera viene prodotto il 50-60% dei prodotti alimentari, come afferma Parmelin. «Se però produciamo solo il 20-30% a causa di una perdita del raccolto, allora dovremmo importare di più oppure ci sarà turismo degli acquisti». Il presidente della Confederazione sottolinea quindi: «Anche una situazione del genere non farebbe bene all'ambiente. E abbiamo già una delle leggi più severe al mondo».
Inoltre, accettando l'iniziativa “Per l'acqua potabile pulita“, si rischierebbe inoltre - sempre secondo Parmelin - di assistere a un trasferimento all'estero della produzione. Con un conseguente calo di posti di lavoro disponibili nel nostro paese. In questo modo il problema ambientale verrebbe semplicemente esportato. «Anche il consumatore ha una certa responsabilità. Se tutti cerchiamo di lavorare con le nuove tecnologie, facciamo un passo nella direzione giusta. Ma se di conseguenza il cibo diventa più costoso, il consumatore farà gli acquisti oltre frontiera».
Sempre a proposito dell'acqua, Parmelin sottolinea che il settore agricolo ha sempre rispettato le norme per l'impiego di pesticidi e fertilizzanti. Ma ora le analisi sono migliorate in maniera notevole, quindi è possibile rilevare le più piccole tracce di pesticidi nell'acqua. Ma questo non significa che sia meno buona. Perché il cloratalonil (sostanza impiegata nei pesticidi) sia dannoso, vanno assunti 1,2 milioni di litri d'acqua al giorno.