Nel settore medtech non viene più riconosciuta l'omologazione elvetica di prodotti già esistenti
Le aziende non vogliono più rifornirsi in Svizzera per evitare di violare le disposizioni
BERNA - I negoziati sull'accordo quadro sono ufficialmente falliti. E si osservano già le prime conseguenze. L'associazione di categoria Swiss Medtech parla infatti di due aziende che non sono più autorizzate a effettuare consegne nell'Unione europea.
Secondo quanto riferito dalla SonntagsZeitung, non si tratterebbe soltanto di prodotti appena arrivati sul mercato, ma di merce già omologata e con un certificato elvetico. Un certificato che per l'Unione europea ora non ha più nessun valore.
«Dal punto di vista della situazione, la decisione della Commissione europea è incomprensibile: si tratta di una reazione alla politica del Consiglio federale» afferma Daniel Delfosse di Swiss Medtech.
Clienti in cerca di nuovi fornitori - Le aziende esiterebbero quindi ad accettare consegne provenienti dalla Svizzera, in quanto correrebbero il rischio di violare le regole attualmente in vigore. Le imprese elvetiche potrebbero far certificare i propri prodotti nell'Unione europea, ma si tratta di una procedura che richiede tempo. Per l'industria medtech sarebbe fattibile, ma il timore è che i clienti cerchino altri fornitori in altri paesi.
Sospeso l'accordo bilaterale - L'accordo bilaterale del 1999 sull'abolizione degli ostacoli tecnici al commercio (MRA) prevede il riconoscimento reciproco tra Svizzera e Unione europea degli attestati di conformità per i prodotti industriali. Ma dopo il fallimento delle trattative per l'accordo quadro, sembra che l'Unione europea non sia disposta ad aggiornare tale accordo.