Reazioni degli oppositori alla Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo
BERNA - Il sì alla Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo, sta suscitando le reazioni di coloro che si erano opposti al potenziamento della lotta al terrorismo. Ad iniziare dall'Associazione Uniti dal diritto che ora sottolinea l'importanza di "rafforzare la sorveglianza parlamentare sull’attuazione della legge in modo da evitare abusi".
La nuova Legge di polizia concede ampi poteri ai servizi segreti svizzeri e alla polizia federale che potranno applicare misure coercitive contro cittadine e cittadini svizzeri sulla base unicamente di sospetti e senza controllo da parte delle autorità giudiziarie. "Sarà importante mantenere - ribadisce l'Associazione - un controllo sul numero di cittadini che verranno schedati e sorvegliati. Il Parlamento e la politica hanno il dovere di evitare che si ripeta una nuova schedatura di massa della popolazione come avvenuto negli anni ’80, quando un cittadino su 7 fu schedato dai servizi di spionaggio elvetici".
Verdi vogliono definire meglio "terrorismo" - Anche i Verdi intendono definire più precisamente il concetto di terrorismo. Vogliono in tal modo prendere in parola i sostenitori della normativa, che hanno assicurato come le nuove disposizioni non saranno dirette contro gli attivisti pacifici. Il gruppo ecologista presenterà un'iniziativa parlamentare la prossima settimana, ha indicato a Keystone-ATS il consigliere agli stati glaronese Mathias Zopfi. La definizione di terrorismo andrebbe orientata a quella inserita nella legge federale sulle attività informative, che a suo avviso presuppone un pericolo per la vita, l'integrità fisica e la libertà degli individui. I Verdi inoltre chiedono che la legge sia completata con il requisito dell'intenzione di commettere un reato.