Lo denuncia il sindacato Unia, presentando uno studio che tiene conto degli stipendi versati nel 2020
BERNA - La pandemia ha causato difficoltà finanziarie a molti dipendenti a causa del lavoro a orario ridotto e della disoccupazione. Gli amministratori delegati e gli azionisti invece sono stati generosi con se stessi, stando a uno studio presentato oggi da Unia.
«Il divario salariale rimane a un livello molto alto», scrive il sindacato Unia. Secondo lo studio, il rapporto tra lo stipendio più alto di un'azienda e quello più basso era in media di 1 a 137 in Svizzera. Unia ha esaminato 37 aziende, la maggior parte quotate in borsa.
Secondo il sindacato, le disparità più marcate sono quelle registrate dal gigante farmaceutico Roche: lo stipendio del CEO Severin Schwan di 14,6 milioni è pari a 298 volte lo stipendio più basso. Una persona impiegata alla Roche con lo stipendio minimo dovrebbe quindi lavorare 298 anni per raggiungere lo stipendio annuale di Schwan.
Altri tre CEO hanno ricevuto più di 10 milioni di franchi l'anno scorso, secondo lo studio: Sergio Ermotti alla UBS (13,3 milioni), Ulf Mark Schneider alla Nestlé (10,7 milioni) e Vasant Narasimhan alla Novartis (10,4 milioni).
Salari sotto i 4'000 franchi - I salari più bassi nelle aziende prese in considerazione erano di 3'939 franchi in media, per tredici mensilità. Nella metà dei casi il salario più basso era quindi inferiore a 4'000 franchi. «Questi bassi salari sono appena sufficienti per vivere», scrive Unia.
Alcune imprese hanno concesso aumenti di stipendio ai loro amministratori delegati anche quando erano in perdita. Nell'azienda farmaceutica Alcon, ad esempio, il salario massimo è aumentato dell'11% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 7,6 milioni di franchi, nonostante le perdite di 498 milioni di franchi, secondo lo studio. Alla Swiss Re, il salario più alto era di 6,1 milioni di franchi, anche se la società ha registrato perdite per 823 milioni di franchi e ha tagliato il 14,3% della sua forza lavoro.
Oltre al management, anche gli azionisti hanno beneficiato in larga misura di questa generosità, secondo Unia. I pagamenti dei dividendi sono aumentati di circa il 5% nel 2020. Il totale dei versamenti (dividendi e riacquisti di azioni) delle 32 aziende esaminate ammonta a 60,6 miliardi di franchi.