Questa è la proposta emersa dall'odierna seduta di Consiglio federale che verrà ora messa in consultazione.
Il Governo ha inoltre deciso che i test resteranno gratuiti per tutti fino al 10 ottobre (invece del primo).
BERNA - «Le persone che hanno già ricevuto la prima dose di vaccino devono potersi sottoporre gratuitamente ai test necessari per il rilascio del certificato Covid-19 fino alla fine di novembre». Questa è la proposta, adottata oggi dal Consiglio federale, che è stata posta in consultazione ai Cantoni, alle parti sociali e ad altri ambienti, che avranno tempo fino al 28 settembre per esprimersi. La decisione definitiva è prevista nella seduta del primo ottobre.
E proprio per i tempi tecnici imposti dalla consultazione, il Governo ha inoltre deciso di prorogare di dieci giorni (fino al 10 ottobre) l’assunzione dei costi dei test per tutti. Ma da quella data chi non vuole vaccinarsi, se ne assumerà la responsabilità finanziaria. Dopo una lunga discussione, i sette saggi hanno infatti concluso «che non sia compito della collettività finanziare i test per le persone che non si vogliono vaccinare», ricordando che solo la scorsa settimana sono stati eseguiti 600'000 test per il rilascio del certificato. Come precisato durante la conferenza stampa da Berna dal consigliere federale Alain Berset, i test rimangono gratuiti per chi non può vaccinarsi per questioni mediche e per chi ha dei sintomi compatibili con la malattia. Nel secondo caso, però, il tampone negativo non garantirà l'ottenimento del Covid-pass.
47 milioni a settimana - «Con l’arrivo del freddo - rende attento il Governo federale - il numero di test aumenterà probabilmente a un milione alla settimana. Questo significa che in caso di proroga illimitata della copertura dei test la Confederazione dovrebbe sostenere costi settimanali per circa 47 milioni di franchi».
L'obbligo di certificato ha rilanciato le vaccinazioni - Il Consiglio federale comprende che per molte persone decidere se farsi vaccinare o meno sia un passo difficile. Ma il 13 settembre, quale contromisura alla situazione critica degli ospedali, si è visto obbligato a estendere l’obbligo del certificato. «Quest’estensione, unitamente alla situazione epidemiologica e all’aumento dei ricoveri - sottolinea il Governo - ha probabilmente indotto molte persone a farsi vaccinare dopo le ferie estive».
Numeri in crescita - All’inizio di agosto, infatti, si somministravano su tutto il territorio nazionale circa 8'000 prime dosi al giorno, a metà settembre si è passati a circa 20 000, mentre recentemente si è toccato quota 30'000. Considerata questa crescita, il Consiglio federale propone che la Confederazione finanzi ancora fino al 30 novembre i test (test antigenici rapidi e test PCR salivari aggregati) delle persone che hanno ricevuto la prima dose, ma non hanno ancora il certificato. «In questo modo garantiamo che anche chi ha bisogno di più tempo per decidere non debba sostenere costi a causa dell’estensione dell’obbligo del certificato».
Test gratuiti per dieci giorni in più - Per aver tempo per la consultazione e incentivare l’aumento delle vaccinazioni, il Consiglio federale ha pure deciso di posticipare di dieci giorni il termine a partire dal quale i costi dei test antigenici rapidi finora assunti dalla Confederazione dovranno essere pagati di tasca propria. «Fino a questa data tutti i test antigenici rapidi saranno rimborsati, inclusi quelli per il rilascio del certificato», precisa Berna.
Incentivare la vaccinazione - Nonostante la leggera accelerazione della campagna, la copertura vaccinale in Svizzera resta bassa. «Si prospetta un inverno difficile», ricorda Berset. «Soprattutto - nei prossimi mesi - quando la vita sociale riprenderà a svolgersi prevalentemente al chiuso, la circolazione del virus probabilmente ricomincerà a crescere e gli ospedali saranno di nuovo sotto pressione».
Tasso basso - Il ministro della sanità ricorda come soltanto «un netto aumento della copertura vaccinale» permetterebbe di continuare a contenere la circolazione del virus. «Lo scorso gennaio eravamo partiti bene, ma attualmente il nostro tasso è tra i più bassi in Europa», sottolinea Berset, ricordando quei Paesi che con un tasso di vaccinazione sul 90% hanno potuto togliere tutte le misure restrittive. «La vaccinazione - afferma il consigliere federale - è gratuita e sicura e protegge molto bene da un’infezione. Inoltre, chi si contagia nonostante sia vaccinato contrae molto più raramente una forma grave della malattia».
Johnson & Johnson più vicino - E restando sul tema dei vaccini, interpellato da un giornalista, Alain Berset ha confermato che «la Svizzera è vicina a un accordo» per l’acquisto di un quantitativo di dosi prodotte da Johnson & Johnson. «Questo ci permetterà di raggiungere quelle persone che non possono o non vogliono ricevere un preparato a mRNA». Maggiori informazioni - ha precisato il consigliere federale - dovrebbero essere comunicate la settimana prossima.
Alla ricerca dei focolai - Il Consiglio federale ha inoltre deciso che, in aggiunta ai programmi di test cantonali, dalla metà di ottobre saranno coordinati a livello nazionale test PCR salivari aggregati per garantire lo svolgimento su larga scala di test in caso di focolai e test ripetitivi aggregati in tutti i Cantoni. «I test ripetitivi nelle scuole, strutture sanitarie e aziende - precisa Berset - saranno gestiti da fornitori di servizi esterni». Inoltre, è posta in consultazione la possibilità di consentire la partecipazione individuale a pagamento a test PCR salivari aggregati per il rilascio del certificato di test Covid-19. «Questa procedura - conclude il consigliere federale - permetterà un'identificazione più affidabile delle persone contagiate rispetto ai test antigenici rapidi».
280 milioni in più, i costi si impennano - Dal 13 settembre si è verificato un aumento del fabbisogno di test per i certificati, che unito alla proroga di dieci giorni dell’assunzione dei costi genereranno spese supplementari stimate a 160 milioni di franchi. A questi se ne dovrebbero aggiungere altri 120 con il prolungamento fino alla fine di novembre del finanziamento dei test delle persone che hanno ricevuto soltanto la prima dose di vaccino.