L'impianto di due elettrodi effettuato sulle scimmie ha permesso il ripristino del movimento della mano.
LOSANNA - Ripristinato il movimento delle mani, anche i controlli "fini" come afferrare oggetti, in scimmie temporaneamente paralizzate grazie all'impianto di due soli elettrodi direttamente nei canali nervosi. Il lavoro, pubblicato su Science Translational Medicine, è stato coordinato dal Politecnico federale di Losanna (EPFL) con la partecipazione anche della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
«L'obiettivo di questo lavoro», ha detto Silvestro Micera, dell'EPFL e professore della Scuola Sant'Anna «è stato quello di capire come riuscire a ridare a persone colpite da paralisi il movimento delle mani, compresi quelli che richiedono un controllo fine delle dita». Un obiettivo ambizioso che ha ora dato importanti risultati sui primati e che sono stati raggiunti realizzando una sorta di bypass, il primo del suo genere, che ha messo in connessione il cervello direttamente con i fasci nervosi periferici.
Finora i percorsi tentati da altri gruppi di ricerca si erano focalizzati principalmente su due diverse opzioni, la prima usando elettrodi esterni, posizionati sulla pelle, oppure intervenendo con elettrodi posizionati internamente (attraverso chirurgia) nei pressi delle tante piccole ramificazioni del sistema nervoso per il controllo muscolare.
«I nervi», ha spiegato Micera, «possono essere immaginati come una sorta di grandi autostrade che dal cervello via via 'sfioccano', ossia ne partono diramazioni che vanno poi a concludersi sui fasci muscolari. La nostra idea è stata quella di intervenire a monte, dove queste autostrade sono più larghe». Una nuova strada resa percorribile, precisa Micera, anche grazie alle competenze acquisite in 15 anni di interventi chirurgici su persone amputate in cui sono state sperimentate con successo gli impianti di protesi.
Un metodo che ha dato un doppio vantaggio: da un lato l'inserimento di elettrodi in soli due fasci nervosi grandi ha permesso di controllare moltissimi nervi, anche dei movimenti più fini, «dall'altro usiamo tecniche e protocolli già sperimentati, quindi, più semplici da implementare anche dal punto di vista clinico», ha aggiunto Micera.
Tutto questo è stato possibile farlo su scimmie, su cui era stata indotta una paralisi temporanea della mano di circa due ore, e il prossimo obiettivo, raggiungibile non prima di due anni, sarà intervenire su pazienti umani.