«Le offerte a basso costo in Svizzera hanno gravi conseguenze nel mondo» tuona Solidar Suisse
BERNA - Basta con i consumi sconsiderati, facciamo a meno del Black Friday: è l'appello lanciato dall'associazione Solidar Suisse, che sta raccogliendo le firme per una petizione contro quella che considera «un'assurda orgia consumistica» che va a scapito del clima, dell'ambiente e di milioni di lavoratori.
L'invito - Nella petizione all'indirizzo di Christa Markwalder, consigliera nazionale (PLR/BE) e presidente dell'associazione svizzera dei commercianti al dettaglio, Solidar Suisse invita gli operatori a rinunciare alla giornata di sconti.
«Le offerte a basso costo in Svizzera hanno gravi conseguenze nel mondo», si legge nella missiva. «Siamo nel mezzo di una crisi climatica e ambientale. Le battaglie di sconti come il Black Friday invitano la gente a fare acquisti sproporzionati e imprudenti. E il sovraconsumo insensato porta ad ancora maggiori emissioni di CO2 e ancora più sfruttamento della natura».
Le conseguenze - Altrettanto dannose, agli occhi di Solidar Suisse (fino al 2011: Soccorso operaio svizzero), sono le conseguenze su milioni di lavoratori nei paesi dove si producono le merci. I dettaglianti svizzeri comprimono le tariffe, con la conseguenza che una sarta in Cambogia, pur lavorando fino a 90 ore alla settimana, non riesce con il suo salario a sfamare se stessa e la sua famiglia.
«Noi dei paesi ricchi indulgiamo in un consumo eccessivo, che si basa sullo sfruttamento dei popoli delle regioni povere del mondo. Noi vogliamo cambiare questo. Ecco perché ci appelliamo a voi: come associazione responsabile, a partire dal prossimo anno, astenetevi dall'antiquata battaglia degli sconti del Black Friday, perché ci danneggia tutti», si legge nel testo.
Fino a stamani la petizione era stata sottoscritta da 15'000 persone. La raccolta di firme è ancora in corso, per esempio alla stazione centrale di Zurigo. L'iniziativa è sostenuta da vari noti politici di sinistra (PS e Verdi) quali Tamara Funiciello, Fabian Molina, Mattea Meyer, Cédric Wermuth e Balthasar Glättli.