La competizione avrebbe dovuto aver luogo tra l'11 e il 21 dicembre. A Lucerna erano attesi atleti da cinquanta Paesi.
Ovviamente dispiaciuto il Comitato organizzatore che lavorava all'evento da quasi sette anni: «È stata una decisione difficile, ma l'evoluzione dinamica della pandemia e le restrizioni all'ingresso in Svizzera non ci hanno lasciato scelta».
LUCERNA - Il coronavirus fa un'altra vittima tra i grandi eventi su suolo elvetico: le Universiadi invernali di Lucerna. La più grande competizione polisportiva al mondo dopo le Olimpiadi, che si sarebbe dovuta tenere nella Svizzera centrale dall'11 al 21 dicembre, con partecipanti provenienti da oltre 50 Paesi, non si farà.
«A causa dell'evoluzione molto dinamica della pandemia e delle conseguenti restrizioni all'ingresso in Svizzera, non è possibile organizzare il grande evento per gli studenti», hanno indicato oggi in una nota gli organizzatori.
Si tratta di una decisione difficile da prendere dopo sette anni di preparativi, ha dichiarato il consigliere di Stato lucernese Guido Graf, presidente del comitato organizzatore. Ma l'apparizione della variante Omicron ha scombussolato tutti i piani.
Allo stato attuale, 19 Paesi sono interessati dalla quarantena di 10 giorni. Altri «molto probabilmente» si aggiungeranno alla lista, hanno detto ancora gli organizzatori.
Se non ci fosse stata di mezzo tale variante, la manifestazione - già rinviata una prima volta in gennaio - avrebbe avuto luogo nella Confederazione per la seconda volta nella storia, a distanza di quasi 60 anni dall'edizione di Villars (VD) del 1962. Il programma prevedeva gare a Lucerna, nella Svizzera centrale e nei Grigioni, suddivise in dieci discipline tra cui hockey su ghiaccio, sci alpino e pattinaggio.