Ospedali al limite, trasporto pubblico in difficoltà. I sociologi sono preoccupati per l'impatto sull'opinione pubblica
Anche la polizia in alcuni Cantoni è in difficoltà organizzative. Joël Berger dell'Università di Berna: «Nei paesi poco funzionali aumenta il rischio di conflitto tra cittadini, e verso le istituzioni»
ZURIGO - Non ci sono quasi più letti nelle unità di terapia intensiva degli ospedali di Zurigo. E l'Associazione degli infermieri lancia l'allarme: l'assistenza sanitaria nella Svizzera tedesca è a rischio, dice in un comunicato: i medici potrebbero dover prendere decisioni di triage. «Questo significa che le persone che hanno bisogno di un posto di cura intensiva non lo otterranno, e forse moriranno».
I campanelli d'allarme sono tanti. La compagnia di trasporto pubblico di Winterthur (Stadtbus Winterthur) ad esempio, ha annunciato che ridurrà le corse di autobus entro la fine dell'anno. La situazione del personale nel servizio di guida è drammaticamente peggiorata, e attualmente a Winterthur è già in vigore l'orario estivo con frequenza ridotta. «È una situazione che non abbiamo mai vissuto prima a memoria d'uomo» dice il responsabile Stefan Fritschi.
Anche la polizia a volte raggiunge i suoi limiti: la prova arriva da Basilea Campagna. Alcune stazioni di polizia hanno dovuto essere chiuse, come all'inizio della pandemia, a causa della scarsità di personale. Anche a Basilea Città e Lucerna le polizie cantonali segnalano un carico di lavoro straordinario.
Il Covid è spesso solo la goccia che fa traboccare il vaso. La Stadtbus Winterthur conta attualmente 31 dipendenti in malattia su un totale di circa 300, ma solo cinque sono a casa a causa del virus. C'è anche l'influenza stagionale con cui fare i conti. La compagnia ha cercato in tutti i modi di evitare una riduzione del servizio, chiedendo personale in prestito ad altre compagnie: ma la risposta è stata negativa, perché tutti sono al limite.
«Non si risolve il problema, lo si rimanda solo importando personale da altre parti» osserva Fritschi. La compagnia ha anche abolito la regola secondo cui il personale in pensione può essere impiegato al massimo al 40 per cento. Nonostante tutte queste misure, il passaggio all'orario delle vacanze estive non ha potuto essere impedito. «Non avevamo altra scelta».
Una situazione simile comporta rischi non solo organizzativi secondo Joël Berger, sociologo dell'Università di Berna. Le conseguenze potrebbero essere una perdita di fiducia dei cittadini nello Stato o dei cittadini tra di loro. Tendenzialmente, la fiducia è alta negli stati prosperi e funzionali, ma bassa nei cosiddetti "stati falliti". Il sovraccarico dei servizi nasconde anche un certo potenziale di violenza e di conflitto.
«Urge trovare una via d'uscita a medio termine da questa situazione», dice Berger. L'ostacolo principale è il basso tasso di vaccinazione, per cui secondo il professore si potrebbe prendere in considerazione la vaccinazione obbligatoria per alleviare il carico sulle infrastrutture. Anche questa però comporta un rischio di polarizzazione sociale.
Secondo la sociologa Katja Rost dell'Università di Zurigo, i problemi delle infrastrutture sanitarie e pubbliche hanno un peso accresciuto nel contesto della pandemia. Di per sé, si tratta di problemi organizzativi che possono verificarsi anche durante i periodi stagionali di vacanza. «La differenza è che in questo momento le persone sono rassegnate, scoraggiate, insoddisfatte e talvolta sole e isolate. E vedono in tutto questo degli ulteriori segnali negativi».