L'infettivologo Andreas Widmer, presidente di Swissnoso: «Servono più restrizioni per i non vaccinati»
BERNA - Il Consiglio federale ha annunciato ieri nuove misure per arginare l'attuale ondata di contagi di Covid-19. L'estensione dell'utilizzo del certificato, l'obbligo diffuso di utilizzo delle mascherine nei luoghi al chiuso, le raccomandazioni sul telelavoro e la possibilità di applicare la cosiddetta regola delle 2G in tutte le strutture pubbliche soggette all'obbligo di certificato. Una stretta che qualcuno considera però troppo blanda per prevenire il sovraffollamento degli ospedali.
Fra queste voci c'è quella dell'infettivologo Andreas Widmer, presidente del centro nazionale per la prevenzione delle infezioni Swissnoso, secondo cui è già troppo tardi per evitare uno scenario di questo tipo. «Le misure annunciate - ha affermato in un'intervista a 20 Minuten - non saranno probabilmente sufficienti a contrastare il sovraccarico del sistema ospedaliero. Siamo diretti verso una catastrofe» e «se non saremo fortunati ci ritroveremo in un parziale lockdown durante il periodo delle feste». Inoltre, non va dimenticato, «anche se le misure dovessero funzionare bene gli effetti si vedranno, al più presto, solo fra tre settimane». E l'esperto non si dice particolarmente fiducioso guardando a questo orizzonte. «Io, al pari di altri, credo che le misure siano arrivate troppo tardi. E probabilmente le unità di terapia intensiva finiranno per riempirsi».
«Stringere la vite, ma per i non vaccinati»
La via maestra per uscire dall'attuale situazione, sottolinea Widmer, resta quella dei vaccini. «Il principale obiettivo delle misure deve essere quello di accrescere il tasso di vaccinazione e di distribuire in modo ampio le terze dosi». Solo in questo modo «il sovraccarico degli ospedali può essere prevenuto», in quanto «i dati sui ricoveri ci mostrano chiaramente che la maggioranza dei pazienti in ospedale e nelle terapie intensive sono non vaccinati». Per questo motivo, l'infettivologo si dice favorevole a un giro di vite a due velocità, ossia più rigido nei confronti di chi non si vaccina.
In altre parole, meno vincoli per chi si vaccina e più restrizioni per chi non lo fa. Ma in che modo? Secondo Widmer, la regola delle 2G «andrebbe estesa a tutte le aree al chiuso». La misura, secondo le decisioni di Berna, può già essere adottata da bar, ristoranti e discoteche, per consentire ai propri avventori di non dover indossare la mascherina all'interno. Una regola che «piace» al presidente di Swissnoso, che però suggerisce «per i club, dove i sistemi di ventilazione sono spesso inadeguati» anche di dover effettuare un test rapido antigenico, gratuitamente, da poter "allegare" al certificato Covid.
Anche la decisione di abolire l'obbligo di quarantena per chi arriva dai Paesi in cui è stata registrata la presenza della variante Omicron è positiva secondo Widmer, dato che «la diffusione della variante, ormai certificata anche in Europa, non può essere più prevenuta» in questo modo.