Il consigliere federale Ueli Maurer lancia qualche stoccata alla gestione della crisi sanitaria del Governo.
«Decidiamo quante persone possono festeggiare il Natale insieme, ma non facciamo nulla sui posti letto in ospedale», osserva il ministro delle finanze.
BERNA - «Il pericolo più grande della crisi che viviamo è che la libertà di espressione è limitata». Sono parole forti, quelle pronunciate dal consigliere federale Ueli Maurer riguardo alla divisione sociale creatasi in Svizzera a causa della pandemia e delle restrizioni decise da Berna. «È molto pericoloso quando in una democrazia non ti è più permesso dire quello che pensi», ha dichiarato il ministro delle finanze ai microfoni della Weltwoche Daily.
Alta voce, bassa voce - «Quello che mi preoccupa», ha spiegato Maurer, «è che ci sono cose che non si possono più dire ad alta voce in questo Paese. Si viene subito spinti in un angolo. Questo succede a me come consigliere federale, e succede anche ad altre decine di migliaia di persone».
Rispetto per tutti - Maurer ha insistito poi sull’importanza di comprensione e tolleranza. La sua idea è che tutti meritano lo stesso rispetto, vaccinati o meno. Ed esprime il suo desiderio per il 2022: che la Svizzera sviluppi «una cultura aperta della discussione. E che ognuno possa esprimere quello che pensa».
Fiducia esaurita - Per quanto ha potuto osservare, ha aggiunto il ministro delle finanze, «le persone non prendono più sul serio lo Stato. E questa è la cosa più pericolosa che ci possa capitare».
Dei posti letto non si parla - Il consigliere federale lancia poi una frecciatina a Berna rispetto alle restrizioni proposte per gli incontri privati. Il Consiglio federale ha regolamentato tutto, tranne i letti ospedalieri, osserva Maurer. «Stabiliamo quante persone possono festeggiare il Natale insieme in famiglia, ma non facciamo nulla per i letti d'ospedale. Quando invece avremmo bisogno di una riserva per affrontare i picchi».