La situazione tra Russia e Ucraina rischia di degenerare. Ecco come la vivono russi e ucraini che si trovano in Svizzera
BERNA / KIEV - Sale la tensione tra Russia e Ucraina. Nelle scorse ore alle truppe russe è stato ordinato l'ingresso nell'Ucraina orientale. E l'Unione europea ha previsto sanzioni contro la Russia, che scatteranno ancora questa settimana.
La possibile esplosione di una guerra preoccupa le persone residenti in Svizzera ma che provengono dall'Ucraina e dalla Russia. Molte di loro sono in contatto con parenti e amici che si trovano nei territori interessati dalla crisi. Ecco le loro considerazioni.
Dmytro Sidenko (46 anni) è cresciuto in Ucraina
«In Europa tutti quanti si dovrebbero preoccupare per il conflitto tra Ucraina e Russia, in quanto si tratta di una crisi con potenziali conseguenze globali. Ho paura per i miei genitori, perché vivono a soli cinquanta chilometri dal confine con la Russia. Purtroppo non posso portarli in Svizzera: non possono lasciare il paese. Ogni giorno penso al fatto che loro si trovano ancora lì. Li chiamo tutti i giorni».
«Mi reco in Ucraina regolarmente, l'ultima volta lo scorso dicembre. Per noi ucraini la minaccia russa non è una novità, è sempre stata presente. Un tempo vivevamo semplicemente la nostra vita di tutti i giorni. Ma oggi la situazione è diversa e ci preoccupiamo. Ora gli ucraini saranno probabilmente motivati a difendersi. Il popolo e anche l'esercito sono pronti. Molti dei miei conoscenti e amici si sono arruolati per affrontare la Russia».
Anastasiia Danilova (24 anni) ha parenti e amici in Ucraina
«Proprio lo scorso 20 febbraio sono rientrata da un soggiorno di un mese a Kiev. Ho avuto fortuna, dato che proprio il giorno successivo sono stati cancellati tutti i voli dalla capitale ucraina. Mentre mi trovavo lì, non ho percepito panico o preoccupazione da parte della popolazione. Erano tutti molto tranquilli e vivevano la loro quotidianità. Si aveva la sensazione che non stesse accadendo nulla. Penso che siano abituati a situazioni del genere. Nell'Ucraina orientale il paese è in guerra con la Russia già da otto anni».
«Noi ucraini ci sentiamo al sicuro, pensiamo che l'esercito possa difendere il nostro paese. Ce l'hanno fatta negli ultimi otto anni, per quale motivo non ci dovrebbero riuscire ora? Grazie al sostegno dell'Occidente, l'esercito è ora abbastanza forte».
Lisa (24 anni) ha parenti in Russia
«Inizialmente ho seguito il conflitto dalla Svizzera, poi il 6 febbraio mi sono recata in Russia per circa tre settimane. Quando sono arrivata, mi sono resa conto che i russi hanno una prospettiva completamente diversa sulla questione. Ne parlavano pochissimo, sembravano più interessati alle olimpiadi. La maggior parte dei russi non pensava che si potesse arrivare a una guerra. E non consideravano la vicenda tanto drammatica come descritta dai media dell'Europa occidentale. Sul posto in molti mi hanno detto che si tratta di un'esagerazione».
«Non penso che ci sarà una guerra tra Russia e Ucraina o che la situazione possa degenerare completamente. Tra pochi giorni o settimane la situazione si calmerà nuovamente. Spero che si possa trovare una soluzione per tutti».
Marina Okhrimovskaya (59 anni), giornalista proveniente dalla Russia critica di Putin
«Vivo in Svizzera ma ho stretti contatti con la famiglia e gli amici che si trovano in Russia e Ucraina. Ci sentiamo al telefono, ci scriviamo messaggi e ci visitiamo spesso. Sono molto preoccupata per loro. Mi preoccupo per i miei parenti in Russia, ma anche per le persone colpite da questa situazione in Ucraina. Non si tratta di una situazione facile. L'ultima volta che sono stata in Russia era nel 2017. Già allora c'era molta propaganda contro l'Europa occidentale e gli Stati Uniti. Una parte della popolazione russa ci crede e ha un atteggiamento molto aggressivo. Ma la maggioranza dei miei conoscenti sostiene Putin soltanto in apparenza: di nascosto lo deridono e lo insultano».
«La propaganda russa è molto diffusa anche nella diaspora. Io stessa sono finita nel mirino dei patrioti sostenitori di Putin dopo aver pubblicato una serie di articoli critici sul politico dell'opposizione assassinato Boris Nemtsov. Le minacce sono finite soltanto nel momento in cui mi sono rivolta al Ministero pubblico. Dato che vivo in Svizzera, penso che qui la mia famiglia sia al sicuro. Ma il conflitto mi preoccupa. Di notte sogno carri armati e donne che spingono carrozzine con bambini morti. Penso di essere anch'io responsabile per i crimini di Putin. Non ho preso direttamente parte alle sue azioni, ma con impotenza sono stata a guardare e non ci potevo fare nulla. Per questo anch'io mi sento in colpa».