La Segreteria di Stato per la Migrazione si sta attrezzando per accogliere decine di migliaia di profughi.
Oltre agli alloggi, serve però anche personale attivo in diversi settori. Sono richiesti soprattutto badanti, assistenti sociali, traduttori e personale amministrativo.
ZURIGO - Il flusso di rifugiati dall'Ucraina non si ferma: stando alla Segreteria di Stato per la migrazione (SEM), stamattina erano 3'843 i profughi registrati nei centri di asilo federali. Secondo Fredy Fässler, presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia, il numero effettivo potrebbe però essere notevolmente più alto: «Gli ucraini possono entrare in Svizzera anche senza visto. Molti probabilmente decidono di stare prima con parenti o conoscenti e solo in un secondo momento decidono di registrarsi», sottolinea.
Grandi sfide - La SEM si sta quindi attrezzando per accogliere decine di migliaia di sfollati. Ciò comporta grandi sfide: «Il primo passo è fornire un primo soccorso e trovare un alloggio. Poi però bisogna pensare a mandare i bambini a scuola e focalizzarsi sull'apprendimento di una lingua nazionale e sull'integrazione professionale dei rifugiati adulti», afferma Fässler. Molti sono traumatizzati da ciò che hanno vissuto e hanno anche bisogno di cure psicologiche.
Nathalie Barthoulot è invece la presidente della Conferenza dei direttori cantonali della socialità. Anche lei afferma: «La necessità che le persone siano accompagnate e accudite è evidente. In questo senso, i Cantoni e le città devono trovare soluzioni. Da un lato organizzare le lezioni per i bambini, dall'altro accompagnare queste persone che si trovano ad affrontare una situazione traumatica. È una vera sfida da vincere».
Una solidarietà che deve durare - Secondo Barthoulot, la sfida più grande è riuscire a mantenere la solidarietà e la ricettività della popolazione per un lungo periodo di tempo. «Ciò richiede la disponibilità da parte delle famiglie ospitanti, ma anche il prendersi cura delle persone ospitate, che non possono essere semplicemente abbandonate a se stesse». Anche perché la quasi totalità dei rifugiati sono donne, bambini e anziani. Persone vulnerabili che hanno bisogno di cure aggiuntive, soprattutto se sono traumatizzate.
Per questi motivi ORS - un fornitore di servizi di assistenza, con sede a Zurigo, che gestisce oltre 60 alloggi per asilo in Svizzera - ha attualmente pubblicizzato oltre un centinaio di posti di lavoro, che vanno ad aggiungersi agli 850 dipendenti normalmente impiegati dall'azienda. La pressione del tempo è grande, ma il reclutamento è lento: «Al momento abbiamo troppe poche candidature in tutta la Svizzera».
C'è posto per tutti - Secondo Daniel Bach, portavoce della SEM, le capacità vengono costantemente ampliate: «Più di 9'000 posti saranno presto disponibili nei centri di asilo federali». Nathalie Barthoulot conferma che negli ultimi giorni e settimane anche i cantoni hanno creato centinaia di nuovi posti. E ci sono poi anche decine di migliaia di offerte da parte dei privati. Per la SEM, al momento, la questione del limite massimo di persone che possono essere accolte non si pone: «Chi ha bisogno di protezione, la ottiene».
«Chiunque faccia domanda oggi sarà assunto dopodomani», afferma ORS. Tuttavia, il portavoce dell'azienda assicura che verranno assunti solo coloro che sono idonei e soddisfano criteri rigorosi. La maggior parte delle posizioni aperte sono temporanee: «Non sappiamo quanto durerà il flusso di rifugiati e quanto tempo saranno necessari questi impieghi».