Dovesse venire meno una grande società, la sicurezza dell'approvvigionamento in Svizzera potrebbe essere a rischio.
Il Consiglio federale vuole impedire che tale scenario si concretizzi e ha quindi deciso di mettere a punto un piano di salvataggio.
BERNA - L'estrema volatilità dei prezzi e la guerra in Ucraina stanno mettendo a dura prova le aziende elettriche in Svizzera, ma anche in tutta Europa. Tenuto conto della serietà della situazione, il Consiglio federale ha deciso ieri di elaborare un piano di salvataggio a tutela delle società, al fine di garantire l'approvvigionamento di corrente alla popolazione in caso di un ulteriore peggioramento della situazione.
In giugno il parlamento sarà chiamato ad approvare una legge urgente e un credito d'impegno, «un paracadute di salvataggio», che potrebbe oscillare tra i 5 e i 10 miliardi di franchi da utilizzare sotto forma di fideiussioni o prestiti.
Lo ha dichiarato stamane davanti ai media la consigliera federale Simonetta Sommaruga, rammentando le difficoltà che stanno attraversando molte società elettriche - che si stanno preparando da tempo ad affrontare eventuali crisi - con un mercato che dalla fine dell'anno scorso sta registrando forti impennate dei prezzi. L'invasione di Mosca non ha fatto altro che acuire questo contesto, portando i prezzi a livelli mai visti prima.
A causa di questi notevoli aumenti, le aziende hanno bisogno di maggiori mezzi finanziari per assicurare le prestazioni e il loro fabbisogno di liquidità è in netta crescita. Se dovesse venire meno una grande società vi è il rischio che si inneschi una reazione a catena tale da mettere in pericolo l'approvvigionamento in elettricità. «Ecco perché dobbiamo agire per tempo se necessario, in modo da correre in aiuto in un lasso di tempo breve - 24/48 ore - qualora un'azienda non potesse più ottemperare ai propri impegni e avesse bisogno di liquidità che il mercato non è disposto a concederle», ha avvertito la "ministra" dell'energia.
Ruolo sussidiario - Sommaruga ha tuttavia voluto precisare che il ruolo della Confederazione sarà principalmente sussidiario. Le imprese del settore e gli azionisti sono chiamati ad agire in prima linea. La guerra e la forte volatilità dei prezzi obbligano le aziende a dare prova di maggiore disponibilità e flessibilità, ma anche a procedere a eventuali adeguamenti del proprio modello societario.
Ecco perché le condizioni di questo «paracadute» sono state pensate per evitare falsi incentivi, non devono insomma essere «attrattive». Tra le condizioni severe poste da Berna, ha affermato Sommaruga, vi sono prescrizioni sulla trasparenza, tassi di interesse conformi al mercato, divieto di distribuzione dei dividendi e garanzie sotto forma di pegni sulle azioni.
Il pacchetto di misure sarà di durata limitata. La legge urgente avrà infatti validità per 4 anni, ha spiegato la consigliera federale. Quanto all'ammontare del credito, discussioni sono in corso tra il Dipartimento federale delle finanze e gli attori interessati, compresa la Elcom, ha aggiunto, specificando che il pacchetto potrebbe oscillare tra i 5 e i 10 miliardi di franchi. In Germania, per esempio, si parla di somme ben maggiori, attorno ai 100 miliardi di euro.
Un simile intervento andrebbe in ogni caso considerato quale ultima ratio, attivabile qualora in Europa e in Svizzera dovessero sorgere difficoltà tali da inceppare i meccanismi di mercato. In quel caso, dovremo essere pronti per evitare che «l'incendio» si propaghi, ha detto Sommaruga.
Sul lungo periodo è poi prevista una serie di provvedimenti volti a rendere le aziende più resilienti, ha proseguito la "ministra" dell'energia. Essi comprendono prescrizioni che garantiscano in qualsiasi momento il mantenimento di importanti funzioni come la produzione di energia elettrica, una legge sull'integrità e la trasparenza del commercio all'ingrosso di elettricità e gas, nonché eventuali direttive in materia di liquidità e dotazione di capitale delle imprese.