Le persone hanno riacquistato molte libertà e la vita si è sempre più spostata dal virtuale allo spazio reale.
La spinta al digitale innescata dal Covid si nota ancora anche per quanto riguarda l'uso di software per videoconferenze e videotelefonia.
BERNA - La digitalizzazione della vita quotidiana in Svizzera ha perso slancio con la graduale eliminazione delle misure di protezione contro il Covid. Meno persone usano regolarmente servizi di streaming come Netflix e i social media o partecipano a videoconferenze.
È quanto emerge dal sondaggio "Osservatorio della società digitale e della solidarietà 2022" realizzato dal centro di ricerca Sotomo per conto della Fondazione Sanitas. Il 50% dei partecipanti ha detto di usare regolarmente i servizi di streaming. Nel 2021, erano il 60%. La proporzione di utenti regolari è comunque più alta rispetto a prima della pandemia: nel 2019 era infatti del 37%.
La spinta alla digitalizzazione innescata dalla pandemia si nota ancora anche per quanto riguarda l'uso di software per videoconferenze e videotelefonia. La percentuale di coloro che usano regolarmente queste tecnologie è scesa dal 59 al 50% nell'anno in corso rispetto al 2021. All'inizio del 2020 era solo il 33%.
L'uso dei social media ha già raggiunto un picco nel 2020. Nel 2021, la quota di utenti regolari è rimasta ferma al 67% e quest'anno è al 59%, solo due punti percentuali sopra il livello del 2019. Le persone hanno riacquistato molte libertà e la vita si è sempre più spostata dal virtuale allo spazio reale, affermano gli autori del sondaggio.
Lo studio si basa su un sondaggio online condotto dal 10 al 30 gennaio. Sono state reclutate 2450 persone e il campione è stato ponderato. Secondo Sotomo, la composizione del campione è vicina a quella della popolazione complessiva.
La Fondazione Sanitas Assicurazione Malattia è l'unico azionista dell'omonima compagnia di assicurazione sanitaria. Effettua un sondaggio ogni anno dal 2018.