Annata record per le domande d'asilo. 9000 in più rispetto all'anno scorso. Quadri: «Necessarie politiche restrittive»
BERNA - I numeri, rispetto al 2021, sono in grande crescita. Stando alle previsioni della Sem, le domande d’asilo nel 2022 saranno 24mila. Ben 9mila in più rispetto a 12 mesi fa, quando la cifra raggiunta si avvicinò a 15mila. Cioè, +65% in un anno.
Si tratta di un aumento considerevole, sebbene, precisa la stessa Segreteria di Stato della migrazione, sia relativamente lontana la soglia raggiunta qualche anno fa. Il dato però fa storcere il naso a più di una persona. Fra questi Lorenzo Quadri: il deputato al Nazionale per la Lega dei ticinesi, chiede maglie più strette e la possibilità di alloggiare gli asilanti in Africa.
«La Sem prevede per quest’anno fino a 24mila domande d’asilo - fa sapere la Segreteria di Stato della migrazione - e per questo ha adottato diverse misure e sta aumentando continuamente la capacità dei posti letto». I numeri sono ancora sotto controllo: «Siamo relativamente lontani dalle cifre del 2015 - precisa la Sem - quando in Svizzera sono state registrate quasi 40mila domande di asilo».
E qual è la situazione alla frontiera fra Ticino e Italia? «Al momento - risponde la Sem - il confine meridionale non è relativamente sottoposto a una maggiore pressione migratoria». I motivi sono diversi: «Ciò è dovuto anche al fatto che il volume migratorio nella regione mediterranea (Spagna, Italia, Grecia) è diminuito di circa il 10% a settembre, con circa 20’000 persone». Il calo è dovuto principalmente «al rallentamento degli attraversamenti nel Mediterraneo centrale. Tuttavia, il numero di sbarchi in Italia è elevato rispetto agli anni precedenti».
Qualche settimana fa, la stessa Sem aveva spiegato come le strutture federali stiano sfruttando al massimo le loro capacità e «i posti letto liberi scarseggiano». Da questo punto di vista, però, il nostro territorio ha ancora una buona percentuale di posti liberi, quasi il 25%. «Nella regione d'asilo del Ticino e della Svizzera centrale - conclude la Sem - ci sono strutture federali per 1.502 persone, di cui 1.132 sono attualmente occupate».
Per Lorenzo Quadri, i numeri raggiunti sono troppo alti: «Non c’è dubbio - aggiunge il deputato del Consiglio nazionale - Oltre a essere grosse, le cifre si sono impennate da agosto, quindi sono arrivati in molti concentrati in pochi mesi. Per me, l’approccio della Confederazione è sbagliato: bisogna orientare la politica dell’accoglienza sulla base di quelli che ne hanno davvero diritto, cioè pochissimi, e non sulla capienza delle strutture. Ci sono altri Stati che mettono in atto politiche molto più restrittive».
Prendendo spunto da Gran Bretagna e Danimarca, Quadri porta come soluzione la costruzione dei centri sul territorio africano: «Invece di fare “entrare tutti” per poi cercare sistemi creativi per collocarli, bisognerebbe alloggiarli in Africa e filtrare in maniera più efficace l’ingresso». La proposta del consigliere nazionale è già stata bocciata dalla Confederazione.