Il presidente della società è sorpreso dalle critiche: «Intendevamo mostrare l'unione tra persone di culture diverse»
WALZENHAUSEN - «Razzista e di cattivo gusto: un'azione del genere dovrebbe essere punita».
Questo è solo uno dei numerosi commenti che hanno acceso i toni attorno a un video che mostra un uomo con il volto dipinto di nero, una gonna e un tamburo a una riunione di una società di Jodel di Walzenhausen (in Appenzello esterno).
Anche la direttrice della Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo GRA, Stephanie Graetz, si è espressa a riguardo: ritiene l'azione chiaramente offensiva e a sfondo razziale. Per lei il video è una presa in giro delle persone di colore. «Una cosa del genere non è appropriata nel 2022 e non va assolutamente bene».
«Non volevamo discriminare nessuno»
Il club di Jodel, dal canto suo, respinge le accuse. Secondo il presidente Markus Nef, lo spettacolo non intendeva discriminare nessuno: «Volevamo dimostrare che le persone possono essere unite attraverso le culture. Iniziamo con una canzone appenzellese, poi sale sul palco un'altra cultura e facciamo musica insieme. Non intendevamo essere paternalistici». Per lui si tratta di «una meravigliosa miscela di cultura appenzellese e africana».
Inoltre, non parla inglese e non sapeva cosa significasse il blackfacing (truccarsi in modo esagerato per mostrare in modo stereotipato una persona nera: lo stile era molto diffuso nel XIX secolo, e per molti è considerato razzista). Non ha mai neanche pensato che la performance potesse trasmettere qualcosa di negativo. «Non cerchiamo scontri o divisioni. Quella sera abbiamo ricevuto solo feedback positivi. Erano tutti entusiasti», racconta Nef.
«Se qualcuno si è sentito offeso o preso in giro, ci scusiamo a nome dell'associazione», ha concluso.
Il caso è perseguibile a livello legale?
Per la Commissione federale contro il razzismo (FCR), l'esposizione è «chiaramente di cattivo gusto e razzista», ma se sia anche perseguibile è un'altra questione.
In un recente caso simile a San Gallo, in cui un venditore di cioccolato Dubler si era dipinto il volto di nero, l'imputato è stato assolto perché, secondo il tribunale cantonale, non sussistevano gli elementi del reato di discriminazione e incitamento all'odio.
Per la FCR, tuttavia, le circostanze del caso del club dello Jodel sono diverse: lo spettacolo e il travestimento riproducono stereotipi coloniali-razzisti e denigrano le persone di colore per il divertimento generale.