Questo perché le capacità dei centri sono già «sotto forte pressione»
BERNA - A causa della mancanza di capacità, la Confederazione ha sospeso l'accoglienza di rifugiati particolarmente vulnerabili nell'ambito del programma di reinsediamento svolto in collaborazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Una nuova valutazione della situazione sarà effettuata in primavera.
Il progetto per il 2022 e il 2023, destinato a rifugiati particolarmente bisognosi, e votato dal Consiglio federale nel maggio del 2021, prevede l'accoglienza di 1820 persone entro il prossimo anno, scelte nel loro Paese e portate in Svizzera dall'UNHCR.
Dal 30 novembre il tutto è stato sospeso, ha confermato all'agenzia Keystone-ATS Daniel Bach, portavoce della Segretaria della migrazione (SEM), confermando articoli apparsi su Le Temps e sulla NZZ am Sonntag. Le capacità di accoglienza e di sostegno sono già «sotto forte pressione» a causa dell'afflusso di rifugiati ucraini (circa 70'000 ad oggi), ai quali vanno aggiunti circa 25'000 nuovi richiedenti asilo che passano attraverso la procedura ordinaria nel 2022.
Non è una decisione presa a cuor leggero, ha precisato la SEM, aggiungendo che «i rifugiati che hanno già ricevuto una risposta positiva saranno accolti entro la fine di marzo». Sono circa un migliaio, gli altri 800 circa dovranno aspettare. «La ripresa delle ammissioni sarà rivalutata nella primavera del 2023», ha concluso la SEM.
Secondo Le Temps, le persone interessate dal programma provengono principalmente da Afghanistan, Siria e Sudan. I rifugiati ammessi nel quadro del reinsediamento richiedono risorse significative.