Per Berna, l'importante è garantire che i clienti elvetici non vengano discriminati in caso di ristrettezze
DAVOS - Un accordo di solidarietà sul gas tra Svizzera e Germania richiederà un'intesa con l'Italia. Questa sera a Davos (GR) Berna ha accettato lo scenario richiesto da Berlino. Sarà quindi avviato il dialogo con Roma.
«Comprendiamo la richiesta tedesca», ha dichiarato il consigliere federale Albert Rösti alla stampa dopo un incontro con il suo omologo tedesco Robert Habeck, accompagnato dal collega Guy Parmelin. Berlino vuole un accordo che riunisca gli attori del mercato dell'Europa settentrionale e meridionale.
L'anno scorso, in occasione del WEF, un incontro simile tra Parmelin, l'allora ministra dell'Energia Simonetta Sommaruga e Habeck aveva portato alla volontà di negoziare un accordo di solidarietà. Ma entrambi i Paesi parlavano di un approccio bilaterale.
Ora la Germania auspica una via trilaterale. In particolare, perché Berlino non sacrificherebbe la sua industria soltanto per impedire una penuria in Svizzera, stando ad Habeck. Per Berna, l'importante è garantire che i clienti elvetici non vengano discriminati in caso di ristrettezze, ha detto dal canto suo il responsabile del Dipartimento federale dell'energia (DATEC), Albert Rösti.
Divergenze mantenute sui carri armati
La Svizzera vorrebbe anche essere maggiormente associata al mercato interno europeo dell'energia. Quest'ultimo «deve essere protetto», ha sottolineato Habeck, pur aggiungendo che la Germania è sempre disposta ad aiutare il vicino elvetico.
Dal canto suo, Berna non vuole cedere su un altro punto delle relazioni con Berlino. La Germania vuole sempre che la Svizzera la autorizzi a consegnare all'Ucraina carri armati con componenti elvetici, ma invano.
Berlino ha allora deciso di produrli in proprio. Occorrerà tuttavia attendere diversi mesi prima delle prime forniture. Habeck vorrebbe quindi che la Confederazione cambiasse idea e scegliesse una neutralità «giusta» e «utile» in questo conflitto.