Il provvedimento fa riferimento ancora alle misure adottate dopo la rivoluzione ucraina del 2014
BERNA - Centotrenta milioni di franchi: a tanto ammonta il valore di beni riconducibili all'ex presidente dell'Ucraina Viktor Janukovyč e di cui è stata decisa - da parte del Consiglio federale - la confisca.
La confisca degli averi bloccati in Svizzera dopo la rivoluzione del 2014 - Il Consiglio federale, nella seduta odierna, ha deciso infatti che tutti gli averi riconducibili all'ex premier ucraino, spodestato nel 2014 da una rivolta popolare, e al suo entourage vanno confiscati. I nuovi procedimenti amministrativi riguardano gli averi bloccati in Svizzera a seguito della rivoluzione ucraina del febbraio 2014. «Tutti gli averi potenzialmente interessati - si legge in una nota - saranno oggetto di procedimenti di confisca in Svizzera. La decisione odierna - precisa la nota governativa - non è in alcun modo legata alle sanzioni adottate nel 2022 nei confronti della Russia».
Le misure riguardano persone dell'entourage di Janukovyc - Il Consiglio federale ha così incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di avviare le pratiche di requisizione dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TAF). «Tali procedimenti riguardano averi appartenenti a persone politicamente esposte (PPE) e a persone a loro vicine, di presunta origine illecita. Questi individui erano legati all’ex presidente Viktor Janukovyč, destituito nel febbraio del 2014 durante la rivoluzione ucraina».
Beni di provenienza illecita - Poco dopo l’avvio dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina nel 2022, il Consiglio federale aveva iniziato a esaminare in quali casi potessero essere aperti procedimenti di confisca «ai sensi della legge sui valori patrimoniali di provenienza illecita (LVP)». Il 25 maggio 2022 ha incaricato il DFF di «aprire un primo procedimento riguardante un importo pari a circa 100 milioni di franchi. Con il progredire degli accertamenti, il Consiglio federale ha quindi ordinato al DFF di aprire nuovi procedimenti per ulteriori 30 milioni, portando la somma totale dei valori patrimoniali che potrebbero essere confiscati a più di 130 milioni di franchi».
La confisca in via definitiva e la restituzione alla popolazione ucraina - «Tali averi resteranno bloccati fino a quando la giustizia amministrativa svizzera avrà deliberato definitivamente in merito alla loro confisca», si legge ancora nella nota. E qualora vengano confiscati in via definitiva, «saranno restituiti alla popolazione ucraina nel quadro di un accordo internazionale».
Una storia iniziata dopo la destituzione dell'ex premier - Nel 2014, pochi giorni dopo la destituzione di Viktor Janukovyč, il Consiglio federale aveva ordinato il blocco di tutti gli eventuali valori patrimoniali dell’ex presidente, come pure delle persone a lui vicine, in Svizzera. Nei mesi successivi, l’Ucraina aveva avviato dei procedimenti penali per confiscare tali averi congelati in Svizzera e aveva presentato alle autorità svizzere diverse richieste di assistenza giudiziaria. Da allora la Svizzera ha fornito all’Ucraina numerosi documenti e prove.
I procedimenti penali aperti e le difficoltà delle autorità ucraine a confiscare gli averi depositati in Svizzera - Tuttavia, nonostante tale cooperazione, sin dall’apertura dei procedimenti penali le autorità ucraine hanno incontrato diverse difficoltà nei loro tentativi di confiscare questi averi depositati in Svizzera. Dal 2014 a oggi, infatti, non sono state in grado di emettere sentenze che ne ordinassero la confisca. Dall’inizio dell’aggressione militare russa contro l’Ucraina nel 2022, tali difficoltà sono aumentate in modo drastico.
La svolta del Consiglio federale - «Il Consiglio federale ha pertanto ritenuto che l’apertura di procedimenti di confisca fosse ormai possibile e opportuna».