Il patrimonio è di una società con sede alle Isole Vergini.
LOSANNA - I giudici losannesi hanno accolto un ricorso dell'Ufficio federale di giustizia (UFG). Stando a una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale penale federale (TPF) aveva deciso in agosto che la domanda di assistenza giudiziaria russa, inoltrata nel 2020, andava respinta e il congelamento dei fondi revocato. Ciò perché dopo l'attacco all'Ucraina non ci si può più aspettare dalla Russia un comportamento conforme ai diritti umani.
I patrimoni bloccati appartengono a una società con sede alle Isole Vergini britanniche tramite la quale i fratelli di origine russa Dmitry e Aleksey Ananyev avrebbero fatto passare soldi di cui si sarebbero appropriati indebitamente. La Russia li accusa di aver intascato circa 1,5 miliardi di dollari a danno della Promsvyazbank.
Il TF giunge ora alla conclusione che la richiesta russa potrebbe essere rifiutata senza problemi se si trattasse solamente della trasmissione di documenti. Tuttavia, respingendola, verrebbe revocato anche il congelamento dei fondi: questi ultimi non sarebbero più a disposizione qualora la Russia dovesse un giorno inoltrare una nuova richiesta di assistenza giudiziaria.
I giudici di Mon Repos ricordano anche che la Russia è sempre parte contraente della Convenzione europea di assistenza giudiziaria (CEAG). Una sospensione dell'applicazione è di competenza delle autorità politiche. Inoltre non è escluso che la Svizzera possa a sua volta aprire un procedimento in relazione ai patrimoni in questione.
La richiesta russa si basa infatti su una segnalazione dell'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), e il ministero pubblico di Zurigo ha già avviato un procedimento per riciclaggio. Una confisca penale dei fondi da parte delle autorità elvetiche non è quindi esclusa.
La questione è rinviata al TPF, invitato a sospendere provvisoriamente l'assistenza giudiziaria ma a mantenere il blocco degli averi.