Non parlategli di carriera. Il lavoro non è tutto nella vita. Vogliono flessibilità e home office. Ecco chi sono i Millennial e la Gen Z.
BERNA - Partiamo dalle definizioni. Esiste una Generazione Z e poi ci sono i cosiddetti Millennial. I primi sono quelli nati tra il 1995 e il 2004. I secondi quelli tra il 1983 e il 1994.
Sono loro che costituiscono circa la metà della forza lavoro svizzera. Quasi una persona su due di queste due generazioni è intenzionata a lasciare il lavoro nei prossimi due anni. È quanto emerge da uno studio di Deloitte che ha intervistato 1000 Millenials e 700 presentanti della Generazione Z in Svizzera. Lo studio ha preso in considerazione anche i giovani a livello europeo, a cui hanno partecipato oltre 8000 persone provenienti da 16 paesi dell'UE.
Il lavoro non è tutto nella vita - I motivi principali addotti dagli intervistati sono diversi. Innanzitutto è cambiato per le nuove generazioni il concetto di lavoro. Per chi ha superato i 40 anni il lavoro rappresentava un elemento di realizzazione individuale. Si voleva fare carriera per dare un senso alla propria vita, per sentirsi soddisfatti. Concetti impensabili per le nuove generazioni.
Solo circa un quarto della Gen Z e un terzo dei Millennial in Svizzera considerano il proprio lavoro come un elemento di formazione dell'identità. Una filosofia, questa, che è sposata dal 43% dei Millennial e il 57% della Gen Z. È cambiato insomma il senso di identità: oggi sono gli amici e la famiglia a svolgere il ruolo più importante nella consapevolezza della propria identità.
Salari bassi - Tra i principali motivi di abbandono che lo studio ha messo in evidenza ci sono anche quelli relativi al fatto che spesso entrambe le generazioni trovano i lavori poco appaganti o scarsamente significativi. Inoltre anche la mancanza di una retribuzione competitiva è stata un fattore determinante nel processo decisionale dei dipendenti svizzeri rispetto alla media europea.
Il lavoro a tempo pieno è finito - Dover lavorare a tempo pieno è qualcosa di incomprensibile per molti intervistati svizzeri: circa il 40% preferirebbe cercare un nuovo lavoro anziché essere attivo al 100%. Lo studio ha messo in evidenza l’importanza di avere un buon equilibrio tra lavorare da casa e stare in ufficio. Laddove l'home office non è possibile, sono necessari sistemi di turni più flessibili.
I giovani vogliono un lavoro adattabile - La presenza fisica in ufficio resta importante: il 18% della Generazione Z in Svizzera si sente escluso se deve lavorare troppo spesso da casa. «Le aziende dovrebbero quindi essere flessibili in termini di luogo di lavoro, orario di lavoro e forma di collaborazione» afferma Matthias Thalmann, capo della Human Capital Consulting presso Deloitte Svizzera.
È difficile senza una prospettiva di carriera - Un buon terzo degli intervistati in Svizzera è insoddisfatto delle prospettive di carriera. «Solo coloro che offrono ai propri talenti un'ulteriore formazione e aprono opportunità di carriera saranno in grado di mantenere le persone migliori», ha spiegato Reto Savoia, CEO di Deloitte Svizzera.