L'ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber è accusato di essere stato «troppo vicino ai russi». Ora risponde alle accuse
BERNA - La Svizzera esita troppo nell'applicare le sanzioni contro la Russia. È l'opinione dell'ex procuratore generale della Confederazione Michael Lauber, recentemente finito nel mirino della giustizia statunitense per essere stato «troppo vicino ai russi» nell'arco del suo mandato. «Condivido l'opinione che la Svizzera sia troppo passiva ed esitante nell'applicare le sanzioni», ha dichiarato in un'intervista atta a fare chiarezza sull'accaduto.
Le accuse della commissione Usa - L'ex procuratore generale rischia di essere sanzionato da Washington. In intervista dichiara: «Tutto questo è assurdo. No, non sono corrompibile. Respingo l'accusa senza mezzi termini». Lui e altre due persone sono accusati di avere reso accessibili dei fondi congelati nel 2011 a degli oligarchi russi. Lauber si è difeso dicendo: «Non ho avviato io il procedimento. È stato avviato nel 2011, prima del mio incarico di procuratore, ed è stato chiuso nel 2021, dopo la fine del mio mandato».
La commissione lo accusa inoltre di avere ricevuto dei regali da parte dei russi: «No, non ho accettato né denaro, né regali. Naturalmente ci sono sempre dei regali ufficiali. Come al solito, li ho annunciati e depositati all'ambasciata svizzera o presso il ministero pubblico della Confederazione». Si tratterebbe di «vodka, carne d'orso in scatola, statuette, un servizio da tè. Cose del genere», afferma Lauber.
Interpellato sul da farsi ha dichiarato: «Contatterò Scott Miller, ambasciatore degli Stati Uniti in Svizzera, per farmi ascoltare. Se venissi inserito nella lista delle persone sanzionate, dovrei cambiare carriera». E non sarebbe la prima volta. L'ex procuratore generale ha infatti dovuto lasciare il suo incarico pubblico tre anni fa, a causa dello scandalo FIFA.