Sono necessarie «soluzioni di fortuna», così il presidente dell'Associazione mantello dei docenti svizzeri.
BERNA - In diversi cantoni della Svizzera a partire da oggi gli allievi sono tornati sui banchi di scuola. Con loro si è ripresentato anche un problema che negli ultimi tempi affligge il mondo scolastico: la carenza di docenti. L'Associazione mantello dei docenti svizzeri (DCH), giovedì scorso, aveva presentato un piano d'azione per contrastare l'emergenza.
Il presidente della DCH, Dagmar Rösler, aveva denunciato ai media un problema ricorrente da almeno 5 anni: «I Cantoni sapevano, almeno dal Rapporto sul sistema educativo svizzero 2018, che bisognava fare qualcosa. Eppure non hanno agito, o hanno agito solo troppo tardi». Di conseguenza, si è reso necessario ricorrere a «soluzioni di fortuna», come quella di colmare le lacune nel personale dell'educazione con persone non formate.
Questo non piace né alle associazioni cantonali né alla DCH, che con il suo «piano d'azione sovracantonale per un'istruzione di qualità» si prefigge, attraverso una campagna a partire dal prossimo autunno, di sensibilizzare l'opinione pubblica a spingere le forze politiche ad agire sfruttando strumenti politici.
In Svizzera interna si torna sui banchi- Berna sta cercando di promuovere l'immagine del mestiere dell'insegnante attraverso una campagna, così come avviene in altri cantoni. Anche in occasione di questo inizio dell'anno scolastico nel cantone bernese ci sono 30 posti vacanti di docente a tempo indeterminato.
I corpi docenti ridotti all'osso sono spesso accompagnati da un aumento degli scolari. È il caso, ad esempio, di quanto avviene in Argovia, cantone in cui vi sono attualmente 81'800 alunni nelle scuole dell'obbligo, ossia l'1,8% in più rispetto all'agosto del 2022.