Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale
BERNA - L'obbligo di installare pannelli solari sui tetti o le facciate varrà solo per i nuovi grandi edifici. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale allineandosi su questo punto agli Stati nel discutere la nuova Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili. Il suo scopo è aumentare la produzione di elettricità da fonti pulite.
Oggi il Consiglio nazionale era chiamato a decidere se confermare - come chiedeva la sua commissione preparatoria - o meno la decisione presa in prima lettura secondo la quale i tutti nuovi edifici e quelli che subiscono ristrutturazioni importanti devono esser obbligati ad istallare impianti per la produzione di energia solare.
Durante i dibattiti alcuni parlamentari, sostenuti anche dal consigliere federale Albert Rösti, hanno chiesto di non sovraccaricare troppo il progetto. La proposta in discussione, se approvata, aumenterebbe la resistenza della popolazione in caso di referendum, ha sottolineato il ministro dell'energia.
Per Christian Imark (UDC/SO) tale articolo non è necessario: «Già oggi molti proprietari vogliono montare pannelli fotovoltaici, tanto che non c'è la manodopera necessaria per farlo. L'obbligo costerà inoltre caro ai cittadini, poiché bisognerà rafforzare la rete elettrica», ha aggiunto.
Durante le discussioni alcuni deputati borghesi hanno chiesto ai Verdi se sono davvero a favore del fotovoltaico, alla luce della votazione di ieri in Vallese (dove la maggioranza della popolazione, con il sostegno degli ecologisti, ha rifiutato il decreto che avrebbe permesso di accelerare le procedure di autorizzazione dei grandi progetti solari alpini).
Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE) ha replicato sostenendo che «l'energia va prodotta laddove viene consumata, ovvero sui tetti delle case». La ginevrina ha invitato il plenum a non gettare alle ortiche il compromesso trovato in commissione, che prevede l'obbligo di installare pannelli solari per tutte le nuove costruzioni e i grandi progetti di ristrutturazione e di rinnovamento.
Al voto, come detto, il plenum ha cambiato idea e si è allineato alla soluzione degli Stati. L'obbligo sarà quindi valevole solo per i grandi nuovi immobili, ossia quelli che hanno una superficie al suolo superiore a 300 metri quadrati, così come prevedono del resto le disposizioni urgenti - e quindi temporanee - in vigore dallo scorso anno.
Posteggi
Per quel che concerne l'installazione di pannelli solari sopra i posteggi, vista l'opposizione degli Stati, il Nazionale ha elaborato una soluzione di compromesso. Un passo ben accolto da Rösti.
Concretamente, l'emendamento prevede l'obbligo, a partire dal 2030, di coprire con tetti dotati di impianti solari i nuovi parcheggi all'aperto permanenti con una superficie superiore a 500 m2 e quelli già esistenti di almeno 1000 m2. La camera in prima lettura aveva proposto rispettivamente 250 e 500 m2, una decisione come detto respinta dalla Camera dei cantoni.
Contrario l'UDC Michael Graber (VS), che ha spiegato come i parcheggi possono anche essere utilizzati per altri scopi, incompatibili con la presenza di pannelli solari. Il vallesano invano ha fatto l'esempio del suo comune, dove un grande parcheggio viene utilizzato anche da un circo per montare il tendone.
Deflussi minimi
Per quanto riguarda i deflussi minimi, altro argomento spinoso del dossier, il Nazionale ha proposto di rendere possibile un allentamento delle prescrizioni in materia di deflusso residuale per le centrali idroelettriche solo in caso di penuria. La decisione è stata presa con 122 voti contro 67.
Nicolò Paganini (Centro/AG) aveva da parte sua proposto una soluzione che si avvicinava a quella adottata dagli Stati (che considera anche il raggiungimento degli obiettivi di produzione). «Nella proposta della maggioranza - ha sostenuto - mancano gli strumenti per garantire il livello attuale della produzione». La soluzione immaginata dalla commissione non offre a suo dire sufficientemente margine di manovra.
Nelle scorse sedute, le due Camere avevano deciso le condizioni quadro relative ai nuovi impianti idroelettrici, fotovoltaici ed eolici, che non potranno, come finora, essere realizzate nei biotopi d'importanza nazionale e nelle riserve per uccelli acquatici e di passo.
A questa regola sono però state introdotte delle eccezioni: tali impianti potranno essere realizzati in talune zone golenali proglaciali e pianure alluvionali alpine, nonché, per i progetti idroelettrici, quando il corso d'acqua situato a valle attraversa aree protette, se il torrente sottostà al regime del deflusso minimo. Oggi Klopfenstein Broggini ha tentano senza successo di stralciare quest'ultimo punto.
15+1 progetti prioritari
Uno degli obiettivi del pacchetto di misure in discussione è rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento durante la stagione invernale: entro il 2040 bisognerà aumentare la produzione di corrente da rinnovabili di almeno 6 Terawattora. Di questi, almeno due Terawattora dovranno essere disponibili in modo affidabile (leggi: idroelettrico).
Come noto, per riuscirci il Parlamento punta su quindici progetti di centrali idroelettriche già definiti da una tavola rotonda. Fra di loro figura l'innalzamento della diga del Lago del Sambuco in Valmaggia con l'annesso l'ampliamento della centrale di Peccia. In giugno gli Stati hanno però aggiunto anche l'impianto Chlus, in Prettigovia (GR). Decisione, quest'ultima, approvata oggi anche dal Nazionale, con 112 voti a 81.
Il dossier torna al Consiglio degli Stati.