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ZURIGOLe zecche svizzere? Più pericolose di quanto si immaginava

13.11.23 - 20:00
Uno studio pubblicato oggi ha dimostrato la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.
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Fonte ats
Le zecche svizzere? Più pericolose di quanto si immaginava
Uno studio pubblicato oggi ha dimostrato la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.

ZURIGO - In Svizzera le zecche sono più pericolose di quanto ritenuto finora. Ricercatori dell'Università di Zurigo (UZH) hanno dimostrato in uno studio pubblicato oggi la presenza di virus e batteri nella maggior parte degli esemplari presenti sul nostro territorio.

Tra gli agenti patogeni, gli esperti hanno individuato nelle zecche nostrane anche il virus Alongshan (ALSV), scoperto solo qualche anno fa. Secondo l'indagine, sarebbe presente in quasi il doppio dei parassiti (7,6%) rispetto alla più ben nota meningoencefalite da zecche (TBE), individuata nel 4,2% degli esemplari.

Tuttavia, non è ancora chiaro quanto sia pericoloso l'ALSV. «La scoperta di questo virus è talmente recente che non è ancora possibile dire con esattezza in che misura possa essere rilevante per la salute della popolazione svizzera», ha dichiarato all'agenzia stampa Keystone-ATS Cornel Fraefel, virologo presso l'UZH che ha preso parte alla ricerca. Secondo uno studio condotto in Cina, dove il virus è stato scoperto per la prima volta nel 2017, i sintomi sarebbero però simili a quelli manifestati in caso di TBE.

Per analizzare la presenza di agenti patogeni, insieme ai suoi colleghi il virologo ha estratto l'acido ribonucleico (RNA) nonché il DNA da oltre 10'000 zecche provenienti da zone rurali e aree urbane in dieci cantoni diversi. Per individuare eventuali batteri, le zecche sono state anche sottoposte a test PCR. I risultati sono poi stati resti noti oggi sulla rivista scientifica Plos One.

«Siamo rimasti sorpresi dal numero di zecche in cui sono stati individuato batteri», ha detto Fraefel. Ad esempio, il 77,2% dei parassiti esaminati è risultato positivo ad almeno un patogeno non virale. Nelle aree urbane il tasso è di addirittura l'83,9%.

Ciò significa che «potenzialmente quasi tutte le zecche possono trasmettere una malattia», ha sottolineato Fraefel. «In molte zecche abbiamo rilevato una serie di agenti patogeni diversi, presenti contemporaneamente nei medesimi esemplari».

Il genere di batteri riscontrati più di frequente sono le cosiddette rickettsie, che possono scatenare l'anaplasmosi, un'infezione che si manifesta con sintomi quali febbre, brividi e mal di testa.

Il genere batterico Borrelia - noto agente della malattia di Lyme e affini - è stato individuato invece nell'8,2% delle zecche presenti in aree urbane e nell'1,9% in quelle prelevate in zone rurali.

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COMMENTI
 

Voilà 1 anno fa su tio
In Ticino sono meno pericolose!

Princi 1 anno fa su tio
ma sono quelle che vivono a palazzo federale ?

Tracy 1 anno fa su tio
Risposta a Princi
🤣🤣🤣

Tracy 1 anno fa su tio
E' vero che il mondo è pieno di zecche pericolose!! è necessario vaccinarle tutte cosi siamo tranquilli 😉

Tirasass 1 anno fa su tio
Prima dicono che sono più pericolose di quel che si pensava, poi che si sa poco sul virus "nuovo". Basta fare terrorismo x tutto

Tracy 1 anno fa su tio
Risposta a Tirasass
E vero siamo in un costante stato di emergenza, fare terrorismo ma loro vanno avanti con i loro piani. La storia della zecca fa quasi sorridere ma a leggere La nuova circolare del ministero per il sostegno ai più fragili a rischio sarsCov2 é stata presentata oggi. l’Oms aggiorna per la tredicesima volta le linee guida: «Vaccini e immunizzazione hanno cambiato la malattia» da prestare molta attenzione alle persone a rischio tipo: Chi è ad alto rischio? Sono le persone immunodepresse, che rimangono a rischio più elevato se contraggono il COVID-19 e hanno un tasso di ospedalizzazione stimato del 6%. Nella categoria a rischio moderato rientrano, invece, le persone di età superiore a 65 anni, quelle con condizioni come obesità, diabete e/o condizioni croniche tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie renali o epatiche, cancro, persone con disabilità e quelle con comorbilità di malattie croniche sono a rischio moderato, con un tasso di ospedalizzazione stimato del 3%. A rischio basso, invece, tutto il resto della popolazione e che ha un rischio di ricovero ospedaliero (0,5%). La maggior parte delle persone è a basso rischio. POVERI OPERATORI, MA COME FARANNO A CAPIRE??? Leggete sulla stampa it di oggi ‘’ la nuova guida anti-Covid, cambia tutto: le nuove linee guida su vaccini, categorie a rischio e farmaci – la stampa it’’ 🥴😵
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