I resti umani, trafugati da un ingegnere oltre un secolo fa e poi esposti nel Museo etnografico, sono stati riconsegnati alla Bolivia.
GINEVRA - Tre mummie millenarie che si trovavano nelle collezioni del Museo etnografico di Ginevra (MEG) da oltre un secolo sono state restituite oggi alla Bolivia. I resti umani erano stati portati in Svizzera da un ingegnere senza autorizzazione.
«Si tratta di un evento fondamentale per i nostri Stati e i nostri popoli», ha dichiarato la ministra boliviana della cultura e della decolonizzazione Sabina Orellana Cruz. La cerimonia di restituzione, che si è svolta al MEG, è stata trasmessa in diretta dalla televisione di Stato boliviana.
Le mummie, due adulti e un bambino, andranno ora al Museo nazionale di archeologia della Bolivia. Provengono dalla regione di Coro Coro, una città arroccata a 4'000 metri di altitudine, a 80 chilometri a sud-ovest di La Paz. Risalgono a prima della dominazione culturale Inca, ovvero circa 900 anni fa.
Dialogo e rispetto
La direttrice del MEG, Carine Ayélé Durand, ha sottolineato che il museo ginevrino è molto sensibile al rispetto dei diritti fondamentali delle popolazioni indigene. Il processo di restituzione di resti umani od oggetti sacri si basa sul dialogo con le comunità interessate.
Anche se può sembrare discutibile, i resti umani sono considerati oggetti. «Questa restituzione permette una riparazione etica», ha commentato Ayélé Durand.
La cerimonia di restituzione delle mummie si è conclusa con un rito funebre indigeno. I boliviani di Ginevra hanno ricordato che per loro il tempo è ciclico e non lineare. Le mummie sono considerate esseri che vivono accanto a loro.