Lo chiede una mozione adottata dal Nazionale.
BERNA - La Svizzera dovrebbe espellere sistematicamente le spie straniere che mettono in pericolo la sua sicurezza interna o esterna. Oggi il Consiglio nazionale ha adottato - con 103 voti favorevoli, 74 contrari e 19 astensioni - una mozione in tal senso della sua Commissione della politica estera.
Il testo chiede l'espulsione di tutte le persone straniere che, attraverso attività di spionaggio vietate, mettono a repentaglio la sicurezza interna o esterna della Confederazione o il suo ruolo di Stato ospite e che non possono essere perseguite penalmente.
Nelle vicende di spionaggio, i membri del corpo diplomatico spesso invocano la loro immunità, ha ricordato Nicolas Walder (Verdi) a nome della commissione. L'ecologista ginevrino ha chiesto di applicare una tolleranza zero e l'espulsione sistematica delle persone coinvolte.
Dall'inizio della guerra in Ucraina lo spionaggio russo in Svizzera è aumentato. Secondo il correlatore commissionale Fabian Molina (PS), un agente dei servizi segreti russi su cinque in Europa è di stanza in Svizzera. Ciò è dovuto non solo al fatto che la Confederazione è uno Stato ospite, ma anche alla prassi lassista del Consiglio federale, ha aggiunto.
«Probabili rappresaglie»
L'UDC e il PLR - che da soli non hanno la maggioranza al Nazionale - si sono opposti al testo. A loro avviso, le spie straniere vengono già espulse, ma con la prudenza che questo richiede.
Roland Büchel (UDC) ha sostenuto che, con l'approvazione di questa mozione, i servizi segreti di altri Paesi sarebbero meno inclini a condividere informazioni con la Svizzera, il che avrebbe un impatto negativo sulla sua sicurezza. Il democentrista sangallese ha inoltre messo in guardia da probabili rappresaglie della Russia sotto forma di rinvii di diplomatici svizzeri.
Anche con questa mozione, il Consiglio federale continuerà a svolgere un'analisi caso per caso che tenga conto anche degli interessi della Svizzera, ha rassicurato la ministra della Difesa Viola Amherd, che era favorevole al testo.
Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.