I manifestanti hanno lasciato capire di non avere fiducia «nei potenti lassù»
DAVOS - Non risparmiano dalle critiche né gli ospiti celebri né le autorità: sono i circa 350 manifestanti riunitisi stamane alla stazione ferroviaria di Küblis (GR) per raggiungere a piedi il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) e lottare per la giustizia climatica.
«Capitalismo vai a farti fottere», «divora il ricco» e «fategliela pagare»: sono solo alcuni degli slogan (tradotti in italiano) visibili sui numerosi striscioni dei manifestanti, giunti nella località grigionese da altre parti della Svizzera, dalla Germania e dall'Austria. Non hanno funto da deterrente le temperature ostili, attorno ai 9 gradi sotto lo zero, che non hanno impedito ai partecipanti di marciare verso il WEF per protestare a favore del clima e della giustizia sociale.
Le persone che hanno preso parte allo "Strike-WEF" hanno avuto riserve anche sul percorso che li ha condotti verso il forum economico: "Non ci è stato permesso di camminare sulla strada cantonale", ha dichiarato un'organizzatrice a Keystone-ATS. Stando a loro, questa restrizione li renderebbe meno visibili e limiterebbe ulteriormente l'efficacia della loro azione. Domani dovranno prendere il treno per l'ultimo tratto fino a Postplatz, dato che non sarà loro permesso di marciare attraverso Davos.
La lotta contro il capitalismo, i sistemi economici dannosi per il clima e l'abuso di potere rimangono tuttavia il fulcro delle rivendicazioni. Il motto del WEF di quest'anno "Ricostruire la fiducia" non è stato gradito: «Abbiamo zero fiducia nei potenti 'lassù'», ha detto l'organizzatrice, che ha sottolineato come negli ultimi anni non si sia verificato alcun miglioramento per quanto riguarda le questioni climatiche e la giustizia sociale.
Un manifestante di Ardez (GR) ha paragonato il WEF al cartello edilizio dei Grigioni. Si trattava fondamentalmente degli stessi accordi, semplicemente su larga scala, ha detto il pensionato a Keystone-ATS. L'unica cosa che è migliorata rispetto a 20 anni fa è la riduzione della violenza della polizia nei confronti dei manifestanti.