Nel 2016 durante dei lavori di manutenzione è stato trovato il materiale esplosivo. I pericoli e la risposta delle Ferrovie.
GRINDELWALD - Ci ha da sempre regalato un paesaggio mozzafiato ed "esplosivo". Dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1912, la ferrovia della Jungfrau ha attirato ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Una meraviglia che nasconde però i suoi segreti di Pulcinella.
Nel 2016, un gruppo di operai durante un lavoro di manutenzione di una galleria laterale al tunnel di 7,3 chilometri, ha scoperto oltre 500 chili di esplosivi. Un reportage della Nzz am Sonntag ha fatto luce sulla vicenda. Secondo quanto rivelato dal settimanale d'oltralpe, il materiale esplosivo risaliva con molta probabilità al 1912, data di ultimazione della struttura. 500 chili di dinamite probabilmente dimenticati e conservati a pochi passi dal tracciato dove ogni giorno migliaia di persone vengono portati fino al “Top of Europe”.
Contattato dalla Nzz, un esperto di dinamite ha confermato che questo tipo di materiale non può esplodere da solo. Eppure non significa che non ci siano stati pericoli. Una vibrazione troppo accentuata del terreno, la caduta di un masso, oppure la disattenzione e l'imprudenza di un operaio al momento del ritrovamento avrebbero potuto innescare l’esplosione.
«Dopo la scoperta sono stati immediatamente chiamati gli esperti oltre alle autorità cantonali e federali. Sotto la loro direzione, gli esplosivi sono stati preparati per il trasporto, portati via e smaltiti», hanno spiegato alla Nzz am Sonntag le Ferrovie della Jungfrau.
E fin qui non c’è spazio a nessuna critica. Come mai dunque la notizia è emersa solo adesso? Il segreto di Pulcinella delle ferrovie sembrerebbe essere stato tenuto nascosto con minacce ed estorsioni.
Ma andiamo con ordine. Un giornalista della Jungfrau-Zeitung sarebbe venuto a conoscenza dei 500 chili di dinamite ritrovati dagli operai. Ed è qui che è entrato in gioco Urs Kessler, CEO della società che gestisce l’impianto. Kessler avrebbe contattato il caporedattore del giornale locale minacciando di sopprimere tutte le pubblicità se la notizia del ritrovamento fosse stata resa pubblica.
Kessler ha respinto le accuse affermando di non essersi mai immischiato nel lavoro della Jungfrau-Zeitung. Il caporedattore del giornale ha invece confermato che ci sono state delle discussioni, ma ha smentito le minacce. «La pubblicazione dell'articolo è stata fermata perché avrebbe causato un panico inutile tra i turisti», ha spiegato alla Nzz am Sonntag.