In Svizzera si teme che l'UE possa far pressioni su una possibile approvazione di camion enormi per il traffico transfrontaliero.
BERNA - La Svizzera vuole riprendere i negoziati con l'UE dopo che martedì scorso il Parlamento europeo ha dato luce verde a una direttiva sull'impiego dei gigaliner per il traffico transfrontaliero: si tratta di camion enormi che possono raggiungere dimensioni fino a 25,25 metri di lunghezza e 60 tonnellate di peso e che attualmente sono già in uso in Germania, Svezia e Finlandia, ma non attraversano i confini. La questione assume una rilevanza particolare per la Svizzera, pur non facendo parte dell'UE, in quanto si teme che l'Unione possa esercitare pressioni per estendere l'approvazione dei gigaliner anche al territorio svizzero nonostante manchi ancora l'approvazione del Consiglio europeo, prevista dopo il giugno 2024.
La legislazione svizzera attuale limita la lunghezza massima dei veicoli da trasporto a 18,75 metri e il peso massimo a 40 tonnellate. Sebbene i principali sostenitori sottolineino che i gigaliner permetterebbero una maggiore efficienza e riduzione dei costi grazie alla capacità di trasportare una quantità molto maggiore di merci in un'unica volta, l'Ufficio federale delle strade (USTRA) ha già espresso preoccupazione riguardo alla fattibilità dell'introduzione dei gigaliner sulle strade svizzere senza costose modifiche infrastrutturali. Le strutture doganali attuali non sono progettate per gestire camion di queste dimensioni: mancano spazi di sosta e di controllo adeguati. Inoltre, vi sono preoccupazioni sulla sicurezza stradale, considerando che incroci, rotatorie e svincoli autostradali potrebbero risultare impraticabili per veicoli di così grandi dimensioni.
L'opposizione alla proposta dei gigaliner è forte anche con l'Associazione svizzera dei veicoli commerciali (ASTAG) che si è espressa categoricamente contro la loro autorizzazione sul territorio svizzero. L'ASTAG si allinea all'Iniziativa delle Alpi, che ha già annunciato la sua determinazione nel continuare la lotta per tenere lontani questi mostri dalle strade svizzere, temendo che possano minare gli sforzi della Svizzera nel trasferire il traffico merci pesante dalla strada alla ferrovia, portando a un aumento del traffico, del rumore e dell'inquinamento atmosferico.