La presidente del Forum pre un Islam progressista Saïda Keller-Messahli avverte di una realtà nascosta
BERNA - Secondo Saïda Keller-Messahli, presidente del Forum per un Islam progressista, «in Svizzera c'è ancora un problema fondamentale: i Fratelli musulmani». Lo ha affermato in un'intervista rilasciata oggi a Le Matin Dimanche.
Tunisina di nascita e cofondatrice a Berlino di una moschea gestita da una donna - sulla cui testa pende una taglia del gruppo dello Stato Islamico - Saïda Keller-Messahli svolge un ruolo importante nel dibattito sull'Islam in Svizzera. Cinque anni fa ha scritto un libro sull'influenza islamista delle moschee in Svizzera, intitolato "La Suisse, plaque tournante de l'islamisme" (Alphil, 2018).
«Nel corso della raccolta di documentazione, ho scoperto che c'erano molte persone invitate a parlare nelle moschee che difendevano un'ideologia islamista, cosa di cui i normali cittadini erano completamente all'oscuro», spiega nell'intervista al domenicale romando.
Il fenomeno riguarda le moschee sia della Svizzera tedesca che di quella francese, spiega l'autrice: «quelle che non invitano questo tipo di persone, con i loro discorsi misogini, antisemiti e violenti, sono una piccola minoranza. Ed è ciò che alimenta il disagio».
La Svizzera ha un'immagine di convivenza armoniosa e meno conflittuale della Francia. Saïda Keller-Messahli afferma che «siamo in una zona di pericolo finché crediamo che i problemi siano solo in Francia, in Germania o altrove. (...) La situazione non è così tranquilla come pensano molti cittadini».
Non c'è abbastanza volontà politica - A suo avviso, rimane un problema fondamentale: i Fratelli musulmani hanno una storia in Svizzera fin dagli anni '50, quando il padre di Hani e Tarik Ramadan fondò la prima moschea elvetica a Ginevra. Sorprendentemente, non c'è la volontà politica di affrontare la questione, che viene evitata. Anche dopo le rivelazioni del libro di due giornalisti francesi, intitolato "Qatar Papers" (Lafont, 2019).
Keller-Messahli cita anche l'esempio zurighese: «Per esempio, qui nel canton Zurigo, l'organizzazione mantello delle moschee si chiama VIOZ (Vereinigung der Islamischen Organisationen in Zurich) ed è stata fondata dai Fratelli musulmani egiziani. È ancora in questo spirito ed è il principale contatto delle autorità con la comunità musulmana. Anche se rappresenta meno del 15% di tale comunità! Gli interlocutori per la politica di integrazione e la nomina dei cappellani negli ospedali e nelle carceri sono persone che rappresentano l'Islam politico».
Fa poi l'esempio del Canton Vaud: «Guardate la gestione dell'UVAM (Union vaudoise des associations musulmanes). C'è, per esempio, un algerino che è stato un delegato ufficiale del FIS, un gruppo jihadista che ha ucciso decine di migliaia di persone negli anni Novanta. Ho un documento che lo dimostra. Per anni l'UVAM ha chiesto allo Stato vodese di riconoscerlo, ma almeno io e i miei amici stiamo facendo tutto il possibile per evitare che ciò accada. Persone del genere non dovrebbero rappresentare la comunità musulmana».
Saïda Keller-Messahli afferma che la sua voce è ora meglio ascoltata in Svizzera, a livello federale: «Negli ultimi mesi, siamo riusciti a impedire la visita di due predicatori salafiti con un'ideologia misogina ed estremista, uno a Bienne, l'altro probabilmente a Embrach (ZH)».
Giovani arrestati - Tre giovani di 15, 16 e 18 anni sono stati arrestati in Svizzera per sospetta attività terroristica, ha indicato ieri il Ministero pubblico sciaffusano. Due sono stati arrestati nel canton Sciaffusa e uno nel canton Turgovia. Si ritiene che questi casi siano collegati a indagini in corso in Germania.
Il Ministero pubblico sciaffusano ha precisato di stare indagando su possibili piani per realizzare attentati con esplosivi. I due adolescenti sono in particolare sospettati di partecipazione o sostegno all'organizzazione terroristica vietata Isis e di atti preparatori di un omicidio intenzionale. Il 18enne svizzero è a sua volta sospettato di sostegno allo Stato islamico.
Un altro caso nella Svizzera romanda - Un altro caso si è verificato di recente nella Svizzera romanda. Tre minorenni sono stati arrestati all'inizio di marzo nei cantoni di Ginevra e Vaud. Erano attivi su un social network dove circolavano contenuti estremisti o radicali.