Marc Chesny: «Il rischio per la popolazione è davvero elevato».
ZURIGO - Con una UBS sempre più grande la Svizzera si espone al rischio di una crisi bancaria che porterebbe a un aumento dei poveri e dei disoccupati: lo sostiene Marc Chesney, professore di matematica finanziaria all'università di Zurigo e con trascorsi anche a Lugano, che si dice per nulla tranquillizzato dai controlli della Finma.
L'Autorità di vigilanza dei mercati finanziari ha annunciato due stress test e 40 verifiche presso UBS, aumentando anche gli effettivi dei controlli. «Impressionante, vero?», ironizza l'esperto in un'intervista alla RTS ripresa in tedesco - e autorizzata dall'interessato - dal portale Infosperber. «Ma non mi rassicura molto. Perché non si sa esattamente di quali stress test e verifiche si tratti. E la Finma non fornisce informazioni complete sui risultati».
«Chiedo direttamente alla Finma: l'autorità ha effettuato tali stress test presso Credit Suisse nel 2022? Se sì, con quali risultati? Se no, perché?», si chiede l'accademico con studi in matematica a Parigi ed economia a Ginevra nonché all'università dell'Illinois. «Inoltre, la Finma aveva già l'autorità di revocare la licenza di una banca e di sostituire il presidente della direzione. Perché non lo ha fatto con Credit Suisse? Manca la volontà politica di chiarire ciò che finora è stato nascosto sotto il tappeto».
Chesney, che fra il 1999 e il 2010 è stato attivo anche all'università di Lugano, si dice scettico. «Poiché la Finma non può assolutamente essere trasparente sui problemi delle banche: altrimenti le difficoltà non farebbero che peggiorare. Per questo motivo, le dichiarazioni pubbliche della Finma hanno sempre un valore limitato».
Quindi - chiedono i giornalisti - la prossima débâcle è già programmata? «La situazione attuale invoglia le banche di importanza sistemica ad assumere grandi rischi, perché possono contare sul salvataggio da parte dei contribuenti in caso di perdite», risponde il 65enne. «Se UBS dovesse diventare nuovamente insolvente, come è successo nel 2008, ciò potrebbe portare a un'inflazione elevata, a un elevato tasso di disoccupazione e a un aumento della povertà nella Confederazione».
«L'ultima grande istituto internazionale della Svizzera espone la popolazione a un rischio aggregato troppo elevato», si dice convinto Chesney. «Ma la direzione di UBS ha dichiarato che la banca non è troppo grande, ma piuttosto troppo piccola: quindi sappiamo cosa aspettarci», conclude l'intervistato.