La riforma nel settore voluta da Beat Jans non convince tutti. E c'è già chi storce il naso.
BERNA - Le procedure d'asilo di 24 ore sono entrate in vigore da alcuni giorni in diversi centri sparsi in tutta la Svizzera. Una misura che rientra in un'ampia riforma nel settore dell'asilo annunciata dal capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Beat Jans durante la sua visita al centro di Chiasso lo scorso 20 di febbraio.
Pochi giorni, ma già tante critiche. C'è infatti chi storce il naso. Il trattamento accelerato delle domande con scarsa possibilità di successo dei richiedenti l'asilo provenienti dal Marocco, dalla Tunisia o dall'Algeria non fa l'unanimità.
Le critiche emerse sulla stampa d’Oltralpe puntano il dito sulle tempistiche: le procedure d’asilo di 24 ore in realtà non vengono risolte in 24 ore. Contattata dal Nzz la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha confermato che nel progetto pilota di Zurigo (i cui risultati hanno convinto Berna a estendere la misura anche al resto della Svizzera) le procedure sono state smaltite in media in 12 giorni.
Si tratta di una procedura molto più breve rispetto alle procedure nelle altre regioni d'asilo, che duravano in media circa 50 giorni, ma più lunga di quanto il nome suggerirebbe.
«La procedura 24 ore è una trovata di marketing di Beat Jans», ha accusato Pascal Schmid, responsabile del settore asilo dell'UDC al quotidiano in lingua tedesca. «Sembra che tutti i problemi si possano risolvere entro 24 ore, ma ovviamente non è vero».
Ma le contestazioni non provengono solo da destra. «Beat Jans ha venduto la procedura 24 ore come una cura miracolosa. Ma fin dall’inizio era sempre chiaro che le procedure non potevano essere completate entro 24 ore. È solo una questione di deterrenza», ha invece spiegato Alicia Giraudel di Amnesty International.
In effetti gli ostacoli non sono pochi. Gli avvocati possono presentare ricorso contro il rifiuto d'asilo tra i cinque e sette giorni dopo la decisione. Un intervallo che non può essere ridotto a sole 24 ore.
«A causa delle disposizioni legali, le decisioni sull'asilo in genere non possono essere annunciate nelle prime 24 ore», ha ammesso la SEM al Nzz. «Le persone provenienti da Paesi che non hanno alcuna possibilità di essere riconosciuti non dovrebbero più chiedere asilo in Svizzera, questo è il nostro obiettivo», aveva spiegato Beat Jans durante la sua presenza a Chiasso.
Un effetto deterrente che sembra aver prodotto risultati positivi a Zurigo. Tra novembre 2023 e marzo 2024 il numero di richiedenti asilo provenienti dai paesi del Maghreb è diminuito di circa il 70%. Nelle altre regioni d’asilo, nello stesso periodo, le domande d’asilo sono diminuite solo del 40% circa, ha riferito la SRF.