Cala il numero di auto a benzina, che fa scendere le entrate federali derivanti dall'imposta sugli oli minerali. Così si punta alle e-car
ZURIGO - «Chiunque faccia il pieno di benzina dà anche un contributo alle strade nazionali», afferma Thomas Rohrbach, portavoce dell'Ufficio federale delle strade (Ustra). Questo per sottolineare che al contrario chi possiede un'auto elettrica non fa la stessa cosa, non essendo tenuto a pagare l'imposta sugli oli minerali.
La tassa che aleggia all'orizzonte sulle auto elettriche - La questione ha a che fare con l'introduzione di una ipotetica tassa - come riporta il Tages Anzeiger - sulle e-car. Calando il numero di auto a benzina, scendono anche le entrate federali e siccome per far funzionare le autostrade servono soldi e anche tanti, da Berna, nei corridoi della politica, in molti scrutano l'orizzonte per capire dove andare a recuperare questi denari. E dentro questo orizzonte si stagliano anche le vetture green.
«Se in futuro circoleranno sempre più veicoli elettrici, le entrate non saranno più sufficienti a coprire il fabbisogno finanziario e si verificherà una disparità di trattamento tra i tipi di veicoli», afferma Rohrbach. Il calo delle entrate sarà compensato da una cosiddetta tassa sostitutiva sulle auto elettriche.
La cifra da coprire, 2,8 miliardi di franchi - Del resto ci sono da coprire i 2,8 miliardi di franchi che la Confederazione sborsa per gestione, opere manutentive, ampliamenti dei corridoi autostradali. «Il denaro proviene dal Fondo per le strade nazionali e i trasporti d'agglomerato (NAF). È finanziato dalla vignetta autostradale, dall'imposta sui veicoli a motore e, di norma, dal 10% dell'imposta sugli oli minerali» scrive il Tages.
Calano le entrate del Naf - Diminuendo gli afflussi nel NAF (da circa tre miliardi nel 2011 a 2,7 miliardi nel 2021) e non prevedendo un aumento del prezzo della vignetta (come avrebbe voluto il parlamentare Simon Stadler del Centro/URI), le auto elettriche sembrano essere l'obiettivo più appetitoso.
Le pressioni della politica per l'introduzione della tassa - Da tempo diversi politici spingono affinché questa tassa venga introdotta il più rapidamente possibile. Come il consigliere nazionale Martin Candinas (Alleanza del Centro) o Christian Wasserfallen (PLR) che esortano a fare in fretta.
USTRA non vuole però essere precipitosa - Tuttavia, Ustra fa intendere che c'è ancora del tempo per tassare i veicoli elettrici e non vuole essere precipitosa. «Sebbene sia già stato annunciato un disegno di legge per la fine del 2023, sarà pronto solo nel corso del prossimo anno» ha dichiarato al TAGES. «Il NAF è ancora ben finanziato e si presume che ci sarà liquidità sufficiente fino alla fine degli anni 2020».
Il direttore di Ustra, Jürg Röthlisberger, ha recentemente dichiarato in un'intervista che «stiamo rispettando la tabella di marcia in modo da avere una soluzione entro il momento in cui si verificherà il collo di bottiglia della liquidità».
Ipotetiche modalità di riscossione della "e-car tax" - La tassa sulle auto elettriche, comunque, potrebbe essere riscossa in due modi: In primo luogo, potrebbe essere riscosso un importo per chilometro percorso e per categoria di veicolo. Rohrbach afferma: «Tra le altre cose, stiamo anche cercando soluzioni per poter raccogliere i chilometri o i percorsi senza localizzazione, cioè senza dover utilizzare i dati GPS».
In alternativa, «si potrebbe imporre una tassa sull'elettricità utilizzata», l'equivalente di una tassa su un serbatoio di benzina, per così dire.