È la posizione del ministro degli esteri ucraino. Intanto un diplomatico svizzero auspica: «Il summit sia la base per includere la Russia».
BERNA - L'isteria regna a Mosca riguardo al summit per la pace in Ucraina che si terrà il 15 e il 16 giugno al Bürgenstock perché è in gioco il mito russo di dividere il mondo in Europa, America e resto del pianeta: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un'intervista a Ukrinform.
«Siamo soddisfatti dell'atmosfera isterica che prevale a Mosca a causa del vertice di pace. Lo vediamo nelle loro azioni e nei tentativi di impedire lo svolgimento del vertice - ha affermato Kuleba -. Capiscono che la posta in gioco è il mito russo di dividere il mondo tra Europa e America, che sostengono l'Ucraina, e il resto del mondo, che sostiene la Russia».
Il ministro è convinto che l'Ucraina, insieme ai suoi alleati, sconfiggerà la Russia e che la maggior parte del mondo sostiene la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. «Nessuno vuole vivere in un mondo in cui agli aggressori è permesso attaccare i propri vicini, commettere atrocità e impossessarsi di pezzi di territorio altrui. Il vertice per la pace registrerà chiaramente questo fatto, rafforzando così la posizione dell'Ucraina e compiendo un passo importante verso il ripristino di una giusta pace per il nostro Paese», ha aggiunto.
L'evento - La Conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina - si può leggere sul sito del DFAE - «punta ad avviare un processo di pace e a definire le tappe di un tale processo». Tutti gli Stati presenti alla conferenza - la Svizzera ha invitato oltre 160 delegazioni a livello di capi di Stato e di governo, tra cui membri del G7, del G20, numerosi altri Paesi di tutti i continenti e dell’UE, tre organizzazioni internazionali (ONU, OSCE e Consiglio d’Europa) e due rappresentanti religiosi (il Vaticano e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli) - «hanno la possibilità di presentare le proprie idee per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina».
Il pensiero del diplomatico - Per il diplomatico svizzero Thomas Greminger la conferenza dovrebbe idealmente stabilire come la Russia potrà essere inclusa nel processo di pace.«È importante che il vertice non venga percepito come una conferenza di un'alleanza contro la Russia», afferma Greminger nell'intervista a Keystone-ATS. L'ex segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa (OCSE) ha aggiunto che il« risultato dovrà essere un serio sforzo per trovare una soluzione duratura e pacifica che tenga conto degli interessi ucraini».
Sospetti di parzialità - Se queste due condizioni non saranno soddisfatte, la Svizzera potrebbe essere accusata di aver avviato un processo di parte. Mosca ha respinto le conclusioni della conferenza fin dall'inizio. E ritiene che il piano di pace in dieci punti di Zelensky sia inadeguato.
I grandi assenti (oltre alla Russia) - La Cina e il Brasile, alleati di Putin nell'alleanza BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), hanno subordinato la loro partecipazione al vertice del Bürgenstock alla partecipazione della Russia. L'India, tuttavia, parteciperà. È di oggi la notizia, riportata dalla stampa indiana, che per motivi legati alle recenti elezioni e alla formazione del nuovo governo, in Svizzera non arriveranno né il premier Narendra Modi, né il ministro degli Affari esteri indiano, ma solo dei funzionari governativi. In questo contesto, Greminger è favorevole ad aspettare fino all'ultimo minuto per vedere se la Cina parteciperà in un modo o nell'altro. Una partecipazione limitata del gruppo Brics, che dall'inizio dell'anno è stato ampliato con l'inclusione di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi, potrebbe dare l'impressione di una conferenza di pace dominata dall'Occidente, sostiene Greminger. Nonostante ciò, rimane utile.
Presente primo ministro giapponese - È notizia di oggi, invece, che il primo ministro giapponese Fumio Kishida parteciperà alla conferenza. Lo ha comunicato oggi su X Nicolas Bideau, capo della comunicazione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Finora, oltre 80 delegazioni da tutto il mondo hanno confermato la loro partecipazione.
La richiesta dell'UDC - La mancata presenza di Mosca è diventata pure un caso politico. Tanto che il gruppo parlamentare dell'UDC ha recentemente chiesto a Berna di «invitare ufficialmente» la Russia al summit. Per i democentristi, infatti, la conferenza sul Bürgenstock non deve degenerare in una «conferenza unilaterale di propaganda e armamenti» e il Consiglio federale ha la «responsabilità di garantire che la conferenza non porti a un'ulteriore escalation». In considerazione di quella che l'UDC considera «la neutralità perpetua, armata e completa» della Svizzera, il governo federale deve garantire la partecipazione di tutte le parti in conflitto. «Di conseguenza, il Consiglio federale deve fare tutto il possibile per garantire che anche la parte russa partecipi alla Conferenza del Bürgenstock». Ciò include in particolare un invito ufficiale trasmesso alla Russia dalla Confederazione.
Soldati e polizia - Il Consiglio federale ha approvato per la conferenza un contingente di massimo 4.000 soldati. I loro compiti principali riguarderanno la sicurezza dello spazio aereo, del luogo dell'evento, il trasporto aereo, ma anche i servizi logistici. Saranno in servizio anche un numero imprecisato di agenti di polizia provenienti da tutti i 26 cantoni.
Summit da quindici milioni - L'incontro costerà circa 15 milioni di franchi di cui una decina destinati alla sicurezza. Le spese verranno ripartite tra l'Ufficio federale di giustizia e i Cantoni interessati. I costi del dispiegamento dell’esercito saranno assorbiti nel bilancio regolare del Dipartimento della Difesa. Le spese per la trasferta e quelle aggiuntive per l'alloggio saranno invece a carico dei paesi partecipanti.