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SVIZZERAIn Svizzera le fattorie stanno morendo

02.08.24 - 23:01
Il lavoro dei genitori è troppo faticoso per la nuova generazione di agricoltori svizzeri.
Immagini IMAGO/Pond5
In Svizzera le fattorie stanno morendo
Il lavoro dei genitori è troppo faticoso per la nuova generazione di agricoltori svizzeri.

BERNA - In Svizzera nessuno vuole più fare l'agricoltore. A dirlo sono i dati dell'Ufficio federale di statistica (UST): nel 2023, il numero di aziende è arrivato al minimo storico, circa 48'000. Per avere un'idea, quarant'anni fa erano il doppio. In vista non ci sono miglioramenti: gli addetti del settore non sono mai stati così anziani, tanto che quasi un terzo raggiungerà l'età della pensione nei prossimi dieci anni. E, in molti casi, l’attività non verrà rilevata dai figli o dai nipoti.

«I giovani ci sono ancora» - Uno dei motivi, secondo Sandra Helfenstein, portavoce dell'Associazione svizzera dei contadini, è che «qui ci sono modi più "semplici" e meno faticosi per guadagnare soldi». Però, in ogni caso, «negli ultimi anni, un numero maggiore di ragazzi sta tornando a formarsi nel settore agricolo per rilevare l'azienda dei genitori o un'azienda in affitto, il che è incoraggiante».

Alto indebitamento - C'è il problema dei costi. «Abbiamo un alto tasso di indebitamento - spiega Helfenstein - Se poi si acquista un robot di mungitura, non restano troppi altri soldi da spendere». A essere colpite sono, soprattutto, le piccole realtà: «Per alcune di loro, purtroppo, non ci sono troppe prospettive - conclude la portavoce - sanno che le opportunità di guadagno sono talmente basse che serve un reddito aggiuntivo per sopravvivere».

Il paragone con altri stati: il caso del Brasile - La tendenza è diversa in altre nazioni, dove invece molte più persone decidono di lavorare nel campo agricolo. Per esempio in Brasile: come riporta Bloomberg, c'è una sorta di «esercito di giovani interessati a rilevare l'attività dei genitori».

«Un'opportunità, non un obbligo» - I giovanissimi abitanti dello Stato sudamericano sono sempre più convinti che il settore primario sia «un'opportunità e non un obbligo»: del resto, il Brasile ha appena sottratto agli Stati Uniti la prima posizione mondiale come esportatore di alcuni prodotti, per esempio la soia. Inoltre, le nuove tecnologie, unite al sostegno economico governativo, consentono alle nuove leve di ottimizzare la resa faticando meno.

Il rovescio della medaglia - In questi decenni, la foresta in Brasile è stata disboscata. Inoltre, aggiunge il WWF, il boom "agricolo" ha portato a un incremento della siccità e del prosciugamento delle falde acquifere.

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